EUTERPE 2:SPECIAL CHAPTER

di Ellen


Parte 1

Erano ore che si trovavano in quella sala d’attesa e l’agitazione aveva cominciato a turbarla …
Sua madre la guardava con la coda dell’occhio, mentre giocherellava nervosamente con il cellulare : lo accendeva e lo spegneva in continuazione, quasi fosse un segnale morse, insospettabile e indecifrabile … controllava sconsolata l’ora e poi, sospirava , guardando in aria, contraddetta …
-Tesoro … calmati … appena sarà possibile, ti chiamerà … - tentò di tranquillizzarla, ma le sue erano parole al vento …
Françoise la guardò infatti, con occhi un po’ stanchi e tristi …
-Sì, lo so … sono solo un po’ ansiosa, a causa della stanchezza … -
-Avresti dovuto dargli retta e venire da noi, in questi giorni … invece di rimanere sola a casa vostra … -
-Mamma, lo sai … preferisco stare a casa … non voglio darvi noia … e poi … Jean è tornato la scorsa settimana, per riposarsi qualche giorno … non penso che avrebbe desiderato avermi per casa a mugolare … lo avrei soltanto stressato, con la mia presenza … -
Sua madre le sorrise dolcemente … - Magari senza mugolare ... non avrebbe obiettato! E comunque … tu e Joe siete stati per anni, separati … alcuni giorni non avrebbero dovuto sconvolgerti … -
-Era diverso … ora … è proprio diverso … - abbassò la voce, contraddetta e leggermente preoccupata … e poi, si accarezzò il pancino accennato …
-Gli hai detto tu, di andare lo stesso! … che te la saresti cavata bene anche senza di lui !… se non la pensavi così … avresti dovuto dirglielo! … Non impari mai, tesoro mio … Quando inizierai a chiedergli, invece di aspettare che lui capisca, cosa desideri veramente ?… guarda che non è certo un indovino! … e il fatto che sia un uomo … non gioca certo a suo favore! Lo sai … anche tuo padre … non capisce, se non gli spiego le cose chiaramente!- la guardò, piegando un sopracciglio e scuotendo la testa in segno di disapprovazione …
-Non potevo dirgli di non andare … aveva rimandato da troppo tempo l’intervento … Il Dottor Gilmore lo stava aspettando già da molto e poi … meglio ora che più in là … più il tempo passa e più, farò fatica a fare le cose … e avrò bisogno della sua presenza ..  senza contare che, vorrei che fosse in piena forma … per godersi totalmente suo figlio … –
-Tesoro mio … cominci anche a risentire degli sbalzi d’umore? – la guardò, portandosi una mano alla tempia e iniziando a scuotere nuovamente la testa, quando le vide gli occhi lucidi … - Françoise … guarda che avere un bambino è una cosa normale … non è una malattia e non è neanche, niente di così sconvolgente!E’ una cosa bella!Anzi, bellissima! E poi … da quello che mi hai detto, senza entrare nei particolari … era voluto … quindi!Su, smettila di piagnucolare! –
-Non sto piagnucolando! … mi è entrato qualcosa nell’occhio! … - disse, mordendosi un labbro, mentre si asciugava alcune lacrime e sua madre continuava, sospirando, a scuotere la testa rassegnata …
-Povero Joe … non lo invidio proprio, ad averti accanto in questo momento!- la voce di Jean le riscosse entrambe …
-Ah, proprio tu! Dove ti eri cacciato?! Hai lasciato me e tua sorella, qui sole, ad aspettarti per ore! – la donna era visibilmente stizzita … probabilmente, perché cominciava ad accusare lo stesso nervosismo della figlia … o forse, era proprio la figlia che glielo stava procurando …
-Mamma! Non esagerare! Sono passati solo venti minuti! Al bar c’era coda! E io volevo bermi il caffè in pace! Senza mugolii e pianti! – sbuffò, prima di  aggrottare la fronte, guardando la sorella che piangeva … - Sentiamo … - disse sospirando ... - … che è successo? Perché stai piangendo sorellina? –
-Nulla … sono solo stanca … stanotte non ho chiuso occhio e tutti questi controlli mi snervano! –
-Sì … e io sono nato ieri! – guardò sua madre con faccia interdetta … e poi riguardò la sorella - … diciamo che ti manca qualcuno … e che non riesci a stare un minuto senza di lui! – gli scappò da ridere, mentre Françoise lo guardò di sbieco … -Sorellina … non c’è niente di male ad ammetterlo … è normale! Sei una donna incinta, hai gli ormoni sottosopra e ti basta nulla per piangere ! E la sua assenza non è certo poco, per te! –
-Non dire sciocchezze! Io sopravvivo benissimo senza di lui! – rispose risentita e cercando di darsi un tono impassibile!
Jean si mise a sedere accanto a sua mamma e le sussurrò … - E’ intrattabile … poverino … per fortuna, con la scusa dell’operazione, ha preso un po’ di respiro! … secondo me … alla fine di questa gravidanza, lo faranno santo!-
Sua madre rise e Françoise li guardò accigliata … -Jean! Guarda che ho sentito benissimo quello che hai detto!!- e di tutta risposta mise il broncio..
-Ma stavo scherzando, sorellina! Non penserei mai, una cosa del genere! E poi … lo so benissimo … che sopravvivi senza di lui! E che la tua agitazione deriva solo dal fatto che … non puoi controllare, a vista, tutte quelle che gli girano attorno! – scoppiò a ridere, facendo sghignazzare anche la loro mamma …
-Cosaaaaaaaaaaaa?! Eh? Che vorresti dire? Che sono gelosa? Io? Mai! Assolutamente! – si arrabbiò e incrociò le braccia al seno … sembrava una bimba piccola, indispettita … e la cosa fece sorridere tutti i presenti in sala d’aspetto, che si stavano godendo, divertiti, quella buffa scenetta famigliare …
-Jean … smettila! Non prendere in giro tua sorella! Lo sai … è suscettibile in questo momento … e poi … non è gelosa! –
-Certo … fa solo finta!… da quando ha cominciato a vedersi la pancia, è diventata un radar vivente … la prima che, disgraziatamente , passa vicino a Joe e lo guarda per più di mezzo secondo, viene incenerita con lo sguardo sul posto e seduta stante! – … quest’ultima frase, fece ridere anche gli altri pazienti, suscitando in Françoise una certa disapprovazione … tentò di rispondergli, ma proprio in quel momento, uscì la sua dottoressa, chiamandola per la visita …
-Mademoiselle Arnoul … prego … si accomodi … -
Françoise e sua madre si alzarono e si diressero verso la stanza, passando davanti a Jean …


-Fratellone … poi facciamo i conti … per quello che hai detto … - gli disse sottovoce, in modo che la sentisse solo lui … di tutta risposta, lui gli fece la linguaccia, scoppiando a riderle in faccia e accentuando la sua disapprovazione!

 

-Scusatemi se vi ho fatto aspettare così tanto … ma volevo aspettare le analisi di stamani … - la dottoressa iniziò a guardare sul monitor del Pc , spostando poi, lo sguardo sulle due … -Françoise, vai pure a svestirti e accomodati sul lettino … voglio prima farti una visita completa e poi … parliamo dei risultati … ok? – le sorrise e la ragazza si alzò, andando a svestirsi dietro al separé e lasciando la madre ad aspettare .
Alcuni minuti dopo, una volta finita la visita, la dottoressa rientrò.
-Isabelle … tutto bene? –
-Sì, Anne … stai tranquilla … ti preoccupi troppo! Tua figlia sta bene! –
-Scusami … è solo che … è la prima gravidanza e … sai bene che … per lei è più difficile … -
-Non è più difficile … deve solo stare più attenta e avere qualche accortezza in più … - lo dottoressa le sorrise, mentre rientrava anche Françoise  e si accomodava a sedere al suo posto.
-Anne … te l’ho già detto: stai tranquilla! Io e il Dottor Gilmore ci sentiamo costantemente, lo tengo aggiornato su ogni cosa … esami, visite e terapia! Appena avrò finito con voi, gli manderò subito i risultati delle analisi e il mio responso sulla visita di oggi … e se, secondo lui, ci fosse qualcosa, vi avviserei subito! Ma non penso che ci sia qualcosa di cui preoccuparsi … la gravidanza sta procedendo bene … e il feto sta crescendo secondo i tempi … tutte le analisi confermano che non ci sono problemi … Françoise … o meglio, il suo organismo, sta rispondendo bene e … la prima paura di un rigetto è ormai superata … -
-Hai ragione Isabelle … è solo che  … -
-Sei la mamma e come tale, ti preoccupi! – rise dolcemente . – Siamo amiche da anni … siamo cresciute assieme … e ho fatto nascere io, sia Françoise che Jean … fidati di me … avrò gli stessi riguardi che ho avuto con te … anzi, sai bene … che per la condizione particolare di tua figlia, avrò ancora più premura e attenzione … -
-Isabelle … ti ringrazio per quello che stai facendo … e per aver accettato di collaborare con il Dottore Gilmore … -
-Non mi devi ringraziare … io sono felice di potervi aiutare … e di collaborare con Gilmore !… Non avrei potuto seguirla in altro modo, se non mi avesse spiegato il suo delicato equilibrio … Sai bene … te l’ho già detto in passato … che va seguita passo, passo … e non ti nascondo che sia una fortuna, il suo decorso … tutto sommato, è rimasta incinta con facilità, nonostante tutto e … non ci sono stati grandi problemi … né perdite né dolori … Tutto procede come in una gravidanza … normale … -


Françoise ascoltava in silenzio il dialogo tra sua madre e la sua amica … e pensò che quella parola … normale … anche se, era più un surrogato del concetto, suonava comunque strana, detta proprio in quella situazione … era un po’ un ironia della sorte, sentirsela dire ora … considerando, soprattutto, che non aveva proprio a che fare con la sua vita … ma ormai, non era più un problema : aveva razionalizzato e superato, finalmente, quello stato d’animo che l’aveva portata, in passato, a fare delle scelte sbagliate … Ora, infatti, l’unica cosa importante di cui si doveva preoccupare, era solo che quella piccola creatura, che stava crescendo in lei, stesse bene e che ricevesse tutto l’amore di lei e di Joe … ma su questo, sapeva bene, che non aveva niente da temere …

 

-Devo ancora realizzare … - disse con un filo di voce, mentre la stringeva dolcemente a sé …
-Immagino … anche io, faccio fatica a pensare che sia vero, ma … è così … - gli disse, mentre si girava verso Joe, sovrapponendo il suo corpo nudo a quello di lui e guardandolo dritto negli occhi …
Il ragazzo le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e le sorrise timidamente … sembrava spaventato … intimorito … e anche un po’ stordito, da quello che lei gli aveva rivelato solo pochi attimi prima … ma era normale che fosse così, soprattutto per il cuore di lui … che non aveva fatto in tempo, a tirare un sospiro di sollievo, che aveva , da subito, cominciato a battere in maniera assurda per la gioia della notizia …
-Beh … per lo meno … ora so perché hai organizzato questa serata … -
-In che senso? … - le chiese sorpresa e senza capire …
-Mi era sembrato strano che … avessi voluto prenotare una cena a lume di candela e una notte fuori, in questo albergo a Lione … così, senza un vero e proprio motivo … -
-Volevo fare qualcosa di speciale … e volevo che ci fosse un atmosfera magica, nel momento in cui te lo avrei detto … -
Lui annuì pensieroso … -E io che avevo pensato che ci fosse altro … tipo … -
-Tipo? … -
-Non so … che forse … ti eri stancata di me e che … mi volessi regalare un ultimo attimo di gioia, prima di lasciarmi … -
Françoise piegò le sopracciglia, disapprovando , visibilmente, quei suoi stupidi pensieri ...
-Smettila … lo sai che non sopporto questa tua assurda insicurezza su di noi!Eppure … qualche mese fa … eri proprio tu, che … eri convinto più di ogni altro ! … -
-Sì, lo so ... hai ragione … non so cosa mi sia preso … forse, è perché non capivo di cosa si potesse trattare … -
-Beh … ora che lo sai … dimentica per sempre qualsiasi pensiero del genere!-
Si avvicinò a lui e lo baciò dolcemente sulle labbra …
-Da quanto … lo sai? … - gli chiese esitante …
-Non da molto … quando mi è saltato il ciclo … ho aspettato alcuni giorni e poi … ho fatto subito l’esame … e poi … ho subito organizzato questa serata !… -
-Uhm … quindi … sei riuscita a tenermelo nascosto per un bel po’ … non avrei mai detto, che saresti riuscita a resistere senza dirmelo … -
-A dire il vero … stava per sfuggirmi già alcune volte … e poi, sinceramente, pensavo che lo avessi intuito … soprattutto, quando mi dicevi che erano alcuni giorni che mi brillavano gli occhi in un modo strano … -
Joe sospirò e pensò che, effettivamente, avrebbe dovuto intuirlo, ma … non aveva voglia di dirle che , segretamente, lo aveva sperato e che poi, a causa della sua stupida natura pessimista, si era smontato subito … pensando ad altro … pensando che la causa di quei suoi occhi brillanti, come diamanti, fosse dovuta, magari, ad un nuovo amore … che non fosse lui e … beh, in un certo senso … un po’ era così … anche se , questo nuovo amore, riguardava il cuore di entrambi …
A quei pensieri, gli sfuggì un piccolo sorriso …
-Che c’è? … -
-Niente … pensavo che  … io e il piccolo … o la piccola … dovremo contenderti … in particolare, una parte di te … - il suo sguardo si spostò, maliziosamente, sui suoi seni, sodi e candidi … Françoise arrossì e gli diede una piccola botta sul braccio … - Dici che arriveremo ad un compromesso? … una a testa? … -
-Smettila!Sciocco! – rise, leggermente imbarazzata.
-Dico sul serio … io la sinistra e lui o lei la destra? … -
Scosse la testa divertita … -Io credo che … non ci saranno compromessi di alcun tipo … -
-Tutto mio? … - le disse divertito, mentre sfiorava dolcemente il suo naso con quello di lei …
-No … semmai tutto suo! … -
-Uhm … questo non mi piace … dovrò farci un discorso … magari più in là … quando la tua pancia sarà più grande … e potrà sentirmi meglio! -
-Ma smettila di fare il buffone!-
-Ma è una cosa importante! … - disse, ridendo e reclinando la testa all’indietro, con quel modo di fare che lei adorava e trovava tanto sensuale …
-Stupido … piuttosto … vieni qui e baciami … -
-Uhm … non saprei … devo pensarci … forse, se mi prometti che almeno per i prossimi mesi avrò l’esclusiva … potrei farlo … -
Scoppiò a ridere, mentre lui la guardava felice …
-Va bene … ma ora vieni qua … e baciami nel modo che sai fare solo tu … mio adorato pessimista … -
Joe invertì le loro posizioni, ma appena lui fu sopra di lei, si fermò turbato …
-Che c’è? … perché ti sei fermato? … -
-No, è che … forse … non è il caso … voglio dire … per il bambino … non vorrei che … - cominciò a balbettare imbarazzato …
Sospirò … quasi sbuffando …. –Stai tranquillo … è tutto a posto … e poi … non penserai mica di astenerti per tutti questi mesi?! … -
-Non saprei … non vorrei traumatizzare il bambino … - disse ridendo e dandole un piccolo morso sulla spalla …
-Sciocco! … basterà solo essere un po’ più delicati! … magari, evitando momenti di passione incontrollata contro la porta del bagno … - le sfuggì un sorrisino sornione …
-Uhm … i miei preferiti … e tu, che non hai più voluto, dopo quella volta! … -
-Beh … forse … ho avuto i miei buoni motivi … considerando la maniglia conficcata nel fianco! … e il semi trauma cranico che mi hai fatto venire con il tuo impeto di passione! –
-Ah, sì? … eppure, ero stato attento alla maniglia … e soprattutto,  avrei giurato che non ti fossi fatta distrarre da certe cose … per non dire, che non le avessi neanche sentite, perché troppo concentrata su di me! –
Lo guardò con aria incredula, stupita da quel suo tono sfrontato e audace …
-Ma senti tu! … come siamo spavaldi, con questi tipi di affermazione!?-
-Sai come è … - sospirò … - … averti nuda tra le braccia … mi ispira … in tutti i sensi … - le disse, prima di baciarla con passione ed entrare in lei con una delicatezza unica …
Il modo in cui si amarono quella notte, fu perfetto : non c’era fretta e impeto, ma grazie, a quella nuova consapevolezza, vi era invece, una dolcezza ed un’intensità insolita, che fece scoprire loro, un nuovo modo di amarsi e che, da quel momento in poi, fece parte della loro vita …

 

-Tornando a noi … parliamo delle analisi … - fu riscossa dai suoi pensieri dalla voce di Isabelle. – Dunque … da quello che vedo … ti devo brontolare! – si girò verso Françoise con aria di rimprovero … e lei rimase un po’ stupita …
-La visita è andata bene, ma … le analisi del sangue non altrettanto … la glicemia è leggermente più alta dell’ultima volta … e questo vuol dire che … stai continuando a mangiare troppi dolci e a fare poche camminate! –
Ad Anne sfuggì da ridere, quando vide la figlia arrossire imbarazzata …
-Isabelle … dovresti vederla … non le sfugge un dolce! E casa sua è piena di qualsiasi cosa che sia a base di zucchero! –
-Immaginavo! Dovrò dire a Joe di tenerti sotto controllo! E di non viziarti più, lasciandotele passare tutte! –
-Ma … -
-Niente, ma! Ho capito che sei incinta, ma devi mangiare con criterio … e le voglie vanno sì, soddisfatte, ma non ri-soddisfatte!-
-E’ senza speranza! … ogni volta che la vedo, è a mangiare dolci … oppure pizza e patatine! E poi si lamenta che sta già ingrassando vistosamente!–
- Ma, mamma! – Françoise provò a protestare, ma fu messa subito a tacere dai rimproveri bonari di sua madre …
-Tesoro, è la verità! Non puoi mentire a Isabelle!-
La donna scoppiò  a ridere … - Ascoltami, Françoise, ti parlo come fossi tua mamma … anche perché, potrei esserlo!Da ogni punto di vista! E quindi … devi cercare di limitarti un po’ … stai prendendo peso velocemente … ma non  è tanto quello il problema … è la glicemia che non mi piace … e tu non puoi permetterti di avere complicanze … lo sai! Quindi … ti farò una piccola dieta da seguire … dove ridurrai i carboidrati !… considera inoltre, che il bambino ha iniziato, appena adesso, a metabolizzare gli zuccheri … quindi, è bene non esagerare … e poi, devi smaltire … devi andare a fare delle belle camminate, ma sempre, senza esagerare!Mi raccomando! …  E se non lo fai … sappi che dovrò farti seguire una dieta ancora più rigida, ma … non voglio arrivare a questo! Quindi … cerca di fare la brava e di seguire i miei consigli! –
La ragazza annuì rassegnata … quel giorno sembrava che tutti ce l’avessero con lei !… tutti la brontolavano o avevano da ridire, ma … non era tanto quello, ciò che la metteva di pessimo umore … era più il fatto che, ancora, non avesse sentito Joe … e lei aveva voglia di sentirlo … tanta voglia di parlargli e di sentire la sua voce …
Non era potuta andare con lui fino in Giappone … le sue condizioni non glielo avevano permesso … sia Isabelle che Gilmore avevano convenuto sul fatto che fosse troppo stressante e pericoloso per lei … e così, era stata costretta a rimanere a Parigi … ad aspettare … Nessuno però, sembrava capire la sua apprensione …  come facevano a chiederle di stare tranquilla, sapendo che Joe doveva affrontare un ultimo intervento, per tornare a camminare normalmente dopo l’incidente, e lei non poteva essere con lui ad assisterlo? … che c’era di così strano? Tutti si preoccupavano solo di lei e delle sue condizioni … ma di Joe, no … e questo la infastidiva …
Mentre usciva dall’ambulatorio, si perse nei suoi pensieri …
“E’ vero … ho una gravidanza a rischio … non posso certo fare finta di nulla, ma … è possibile che nessuno capisca la mia apprensione verso Joe? Anche lui sta affrontando un momento delicato e … io non posso essere con lui! Mi sono stufata delle continue premure e apprensioni, al limite dell’ossessione, nei miei confronti! Non sono una sconsiderata! So pensare a me e al mio bimbo … “
-Tesoro … non ti arrabbiare con noi … anche Joe vuole che si pensi prima a te e al bambino … -
Françoise rimase stupita dalle parole di sua madre … sembrava che le avesse letto nel pensiero! … Anne le si avvicinò, le accarezzò una guancia con amore e poi, le prese una mano, stringendogliela con dolcezza …
-Devi stare tranquilla … oggi Joe torna … sta bene! Te l’ha detto anche lui!E poi … prima di partire … si è raccomandato di tenerti sotto controllo e di fare le sue veci! –
-Mamma … io non sono una sconsiderata! E so bene cosa posso e non posso fare … o cosa devo o non devo fare! So proteggere me e il bambino! Perché non .. –
-Tesoro. Ho capito benissimo che sei preoccupata per lui e la sua salute. Anche io, papà e Jean lo siamo … tuo fratello ha addirittura preso ferie, appena ha potuto, per starti vicino … perché, noi tutti, sapevamo che per te, questi giorni, sarebbero stati difficili … e non perché lui non c’era, ma perché stava affrontando un’operazione e tu non gli potevi essere accanto … non credere che siamo stupidi o che non vogliamo bene a Joe … ma dovevamo cercare di farti pensare il meno possibile … di farti stressare il meno possibile, ma tu non hai voluto ascoltarci in alcun modo … e se con le buone non le hai capite, abbiamo dovuto comportarci così, per non farti pensare costantemente a lui … lo dovresti sapere,ormai … è per la tua salute e per quella del tuo piccolo, che abbiamo dovuto brontolarti e … a volte prenderti un po’ in giro! –
-Mamma … - Anne le sorrise nuovamente e poi l’abbracciò …
-Ora andiamo … tuo padre sarà ore che aspetta fuori! E lo sai che si preoccupa se non arriviamo!Comincia a pensare al peggio!-
-Mamma … quella sei tu! Non lui! –
-Ok … è vero, ma … non lo ribadire che sono una mamma apprensiva! E poi, cerca di capire anche me! Sto per diventare nonna! Per la prima volta!E sto cominciando, appena ora, a realizzare la cosa che … sto diventando vecchia!-
Françoise rise, divertita dal comportamento di sua mamma … che cercava sempre di sdrammatizzare, anche in quel momento, in cui però, stava finalmente ammettendo, di aver accusato la notizia di diventare nonna …
Le due raggiunsero Jean, che le aspettava con una certa ansia …
-Allora? Come mai ci avete messo così tanto? Papà sta aspettando fuori già da alcuni minuti …  –
-Jean .. stai tranquillo .. tuo padre ha molta pazienza … -
-Sì, questo lo so … ma io, no! Come mai ci avete messo così tanto?! – chiese apprensivo, con una visibile preoccupazione disegnata sul volto …
-Certo che … siete proprio fratello e sorella voi due !… Perché non chiedi direttamente, invece di girarci intorno?! –
Jean sbuffò e alzò, esasperato, gli occhi al cielo, sotto lo sguardo divertito delle due ..
-Va bene … voglio solo sapere come sta il mio futuro nipotino! Si può sapere, per favore? –
-Vedi? … così è meglio! –
-Mamma!!!! Basta! E tu, sorellina, parla! –
-Stai tranquillo! Il tuo futuro nipote sta bene! – Françoise rise .- E anche io! Tranne che … dovrò stare più attenta a ciò che mangio … - disse, facendo finta di essere triste … anche se, in realtà, un po’ lo era !
-Ah, beh … ci credo! Stai già diventando una piccola mongolfiera! –
-eh?!- lo guardò, sgranando gli occhi .
-Ora basta! Voi due, smettetela! E andiamo! Vostro padre ci avrà dato per dispersi!Senza pensare che … per oggi … abbiamo già dato abbastanza spettacolo in pubblico, con i vostri continui battibecchi!- e brontolandoli dolcemente, si indirizzò verso l’uscita, lasciandoli indietro, mentre i due continuavano a discutere scherzosamente, facendosi le linguacce reciprocamente!

 

Parte 2

-Che stanchezza !… avremmo potuto aspettare l’aereo successivo … avremmo fatto meno cambi! E sarebbe stato meno stancante!- Jet stava mugolando indispettito, più sdraiato che seduto, su una sedia dell’aeroporto di Atene, con Albert accanto, che sbadigliava vistosamente …
-Scusate ragazzi, ma … volevo tornare il prima possibile a casa … - Joe stava in  piedi, di fronte a loro … anche lui aveva il volto stanco, ma si vedeva che era molto ansioso …
-Certo … ma non credo che alcune ore ti avrebbero cambiato la vita! … saremmo arrivati solo dodici ore dopo! Siete stati più di una settimana senza vedervi … dodici ore non erano un gran lasso di tempo! Potevate resistere!... E soprattutto, potevate evitare di farmi arrivare a Parigi distrutto! –
-Jet … calmati … e cerca di metterti nei panni di Joe! … non starei tranquillo, neanche io, al posto suo … soprattutto, sapendo che stamani aveva una visita controllo e lui non ci poteva essere … -
-Voi due, siete troppo apprensivi! Anche il Dottor Gilmore ha detto che tutto procede bene! E’ inutile preoccuparsi! Il periodo critico è passato!Dovete calmarvi! … non fa bene tutta questa ansia! A  nessuno! Né, tantomeno, alla futura mammina!-
-E tu, sei il solito idiota! Il Dottore Gilmore non ha detto questo! Ha detto che il periodo più critico era passato, ma non che d’ora in avanti non ci si dovesse più preoccupare e fare finta di niente! – lo riprese nervoso Albert … era stanco anche lui e faceva fatica a tollerare i continui esplois dell’amico …
-Vai piano con i complimenti, Albert! … secondo me, siete troppo apprensivi! E lasciatela respirare! Povera ragazza!–
Albert scosse la testa rassegnato e Joe sorrise bonariamente …
-Probabilmente, hai ragione tu, Jet … ma io non riesco a stare tranquillo, senza averla vicina … non ci posso fare nulla … e poi … mi manca molto … sentirla per telefono, non è certo che sia come abbracciarla … -
-Ah! Vedi? Almeno tu sei onesto!Hai sentito Albert? Lo ha ammesso! Non riesce a stare lontano dalle sue gonne!! Eh, ma … in gravidanza … non dovresti essere così … insomma … ci siamo capiti! –
Joe lo squadrò, leggermente imbarazzato, per l’allusione, mentre Albert scosse nuovamente la testa …
-Sei un idiota … non c’è speranza! –
-Perché? Che ho detto? Si sa … che lui è un tipo passionale! E che non la fa dormire!- rise, facendo arrossire Joe …
-Senti, ma … farti le tue? Dico … la loro vita privata non ti dovrebbe riguardare! –
-Oh! Ma da quando siete diventati così bigotti?! Una volta non avevamo problemi a parlare di certe cose!Anzi ne parlavamo apertamente! –
-Una volta … era diverso … e non parlavamo di lei! … E comunque, è incinta … mica malata per astenersi! E poi, faranno un po’ quello che vogliono! Senza che tu glielo vada a dire!-
-Ho capito … io lo dicevo per loro … mica possono tenere i ritmi di prima! Non fa bene alla salute! La stanca troppo e secondo me … traumatizza il bambino! Io come futuro zio mi preoccupo! –
Joe si portò una mano agli occhi, imbarazzato …
Inspirando profondamente e, cercando di non seppellirsi dalla vergogna per i discorsi a gran voce e poco opportuni dell’amico in pubblico, cercò di tamponare la situazione …
-Scusate … per lo meno … potreste evitare di urlare i miei fatti privati ai quattro venti?!E’ abbastanza imbarazzante! – chiese disperatamente, con un filo di voce, mentre si guardava a giro e vedeva i volti divertiti di alcune persone, di fronte a quella scenetta di cabaret da quattro soldi!
-Ma io lo faccio per te! Lo dico solo per il bene del bambino! Non dovresti stancarla così tanto! Dovresti cercare di trattenerti un po’! E poi, in questo modo, facciamo desistere tutte quelle che ti ronzano attorno ! – sottolineò Jet, piegando la bocca in un sorriso a trentadue denti!
-Eh? – disperato, Joe si mise a sedere su una sedia di fronte a loro … appoggiò la schiena allo schienale, la testa al muro e chiuse gli occhi …    -Per lo meno evita di gridare … almeno quello … - disse sospirando …
Albert guardò di sbieco Jet … -Che c’è? Perché mi guardi male? –
-Perché non ci crede nessuno, che lo fai per far desistere le zanzare intorno a Joe! E se poi, quelle sono le tue intenzioni … sappi che, stai ottenendo la cosa opposta, decantando le sue prodezze sessuali! –
Jet sbuffò … -Non ci posso fare nulla! Sono invidioso! Lui tutto e io niente! Ti pare giusto? Si è preso la più bella, l’ha messa incinta e poi ci divide anche il letto … facendoci le cosacce! Ti sembra giusto?! –
Joe lo guardò e gli sfuggì una risatina nervosa e compiaciuta allo stesso tempo, mentre Albert sbuffava incredulo per quello che aveva sentito dirgli …
Proprio in quel momento però, passò una bella ragazza mora, dai capelli lunghi e lisci, con gli occhi verdi e il fisico da pin up, fasciato da un abitino corto e rosso, che lasciava poco spazio all’immaginazione … diede loro uno sguardo, dall’alto dei suoi tacchi neri a stiletto … e lo lasciò cadere, volutamente e in modo sensuale, proprio su Joe … Gli sorrise maliziosamente e poi, gli chiese se, il posto accanto a lui, era libero …
-Sì, certo … prego … - rispose, senza badare troppo alla ragazza e, soprattutto, al suo sguardo … tanto, poteva già immaginare i pensieri di Jet, nel vederla accanto a lui !… ma si augurava profondamente che non lo mettesse in difficoltà proprio adesso … era troppo nervoso e agitato per rispondergli a tono … tutti quei giorni di lontananza da Françoise, lo avevano particolarmente stressato … per non dire disturbato … lasciandolo leggermente stordito …
La ragazza si mise a sedere vicino a lui e, con estrema sensualità, accavallò le sue lunghe gambe, facendo svenire metà degli uomini che si trovavano in waiting room in quel momento …
Jet , vedendo la scena, diede una gomitata ad Albert e gli fece cenno, guardando la ragazza … quest’ultimo rise, vedendo Joe palesemente a disagio …
-A proposito … - esordì all’improvviso l’amico - … ma in qualità di zio e padrino di tuo figlio … mi spieghi meglio cosa devo fare? Ancora non me l’hai detto! E soprattutto, non mi hai detto che cosa posso regalare a te e alla tua consorte per il vostro primogenito!–
Joe sgranò gli occhi, sbiancando, visibilmente imbarazzato, per la situazione … mentre Albert e Jet se la ridevano, divertiti, a vedere i cambiamenti di espressione sui volti dell’amico e della bella mora …
-Eh … ecco …  io … - il ragazzo non fece in tempo a mettere due parole insieme, che la bella mora si alzò, bruscamente,  e se ne andò via stizzita e turbata … lasciandoli un po’ a bocca aperta!
Jet si piegò in due dal ridere … -Ma avete visto la faccia di quella poverina? Oh, mio Dio! Credevo di morire!!! Anche se … un po’, mi dispiace … era comunque un bel bocconcino! Avrei potuto, gentilmente … offrirmi per consolarla … –
Albert annuì, cercando di trattenere una risata, mentre il diretto interessato tirava un sospiro di sollievo, per la situazione equivoca evitata … in fondo, gli era andata di lusso … quella testa calda del suo amico si era abbastanza trattenuto e tra sé e sé, lo ringraziò  pure! … anche se, era un po’ discutibile il suo modus operandi! …
Ma proprio in quel momento, a Joe cadde lo sguardo sull’orologio …
-A quest’ora dovrebbe aver finito … - il suo pensiero prese la forma di parole e gli altri, divennero improvvisamente seri … - Provo a chiamarla … e sento cosa le ha detto la dottoressa Giargè … - si allontanò da loro e dalla confusione … per quanto potesse fare in una waiting room d’aeroporto! …
Ci volle un po’ di tempo … ma alla fine, prese linea e sentì suonare libero, dall’altra parte del telefono …
-Pronto! – la sua voce era squillante e felice …
-Pronto … sono io … -
- … Che bello sentirti … dove sei? … -
-Ad Atene … stiamo in attesa di salire sul volo per Parigi e poi, in un paio d’ore, ci saremo … -
-Tutto bene? … -
-Sono io che dovrei chiedertelo … non tu … -
-Stai tranquillo … il bambino sta bene … -
-E tu? … -
-Anche io … ora che ti sento … -
-Sei la solita … comunque, anche io sto bene … sono tornato ad essere quello di prima … - sorrise …
- … mi manchi … -
- … anche tu … -
-Non vedo l’ora di abbracciarti … -
A quelle parole, ripensò, involontariamente, al discorso di alcuni minuti prima con Jet … forse, non aveva tutti i torti … gli mancava di lei anche quelle notti ad amarsi per ore, teneramente … e a quel pensiero, gli sfuggì da ridere …
-Che c’è da ridere?! –
-Niente … è solo che … -
-Solo che? –
-Pensavo la stessa cosa … -
Silenzio …
-Devo andare … ma fra poco sarò a casa … sarò da te … ancora qualche ora e … potremo stare di nuovo insieme … e non ci allontaneremo più, l’uno dall’altro … promesso … -
-Lo so … amore mio? … -
-Dimmi? … -
-Quando arrivi mi porteresti dei litchi? –
-Eh? !… cosa? … fammi indovinare … una delle tue voglie !… - sospirò …
-Sì ! … -
-Va bene … prima di arrivare a casa, andrò a cercare dei litchi … e  mi farò aiutare da quei due! Ma … dove li trovo di questi tempi?! … –
-Non lo so … vedi tu! … Ops … mi ero dimenticata di Jet e Albert … -
-Meglio … vuol dire che pensavi solo a me !… -
-Spiritoso! Lo sai che è così … sempre! … Comunque … mi farò aiutare dalla mamma e da Jean a preparare le stanze per gli ospiti! –
-Va bene … ma guai a te se non ti fai aiutare! … Appena arrivo mi faccio fare un resoconto da Anne e se … so che hai fatto la cattiva … -
-Che fai? Mi punirai? … è vecchia questa! … Devi inventartene una nuova! –
-Dici? … allora ci penserò durante il viaggio verso Parigi … -
-Tesoro mio … continui a dimenticarti che non riesci ad essere simpatico … -
-E tu continui ad essere brontolona!-
-No … non è vero! … sono solo una piccola mongolfiera … -
-Ancora con questa storia?! … Françoise … -
-Ma sto ingrassando … anzi, sono già grassa!-
-No … sei solo incinta! E comunque … sei meravigliosa e sensuale anche così… -
-Dici? … lo pensi veramente? … allora, parliamone fra qualche mese … e vediamo se la pensi ancora così, quando porterai a giro una mongolfiera a dimensioni naturali! –
Joe scoppiò a ridere … non riuscì proprio a trattenersi e destò l’attenzione degli altri presenti …
Si ricompose velocemente, imbarazzato …
-Françoise … devo andare … ma questa sera … promesso … continuiamo a parlarne … sotto le coperte del nostro letto … e vedrai che ti convincerò che sei l’unica che risveglia i miei sensi … -


La sentì ridere di cuore e la cosa gli sembrò di una bellezza straordinaria … era strano come, improvvisamente, un piccolo gesto come quello, fosse diventato talmente meraviglioso … e tutto, era a causa di quei giorni di lontananza … che gli avevano fatto riscoprire, la grandezza di alcune piccole cose e non solo … lo avevano anche reso cosciente  del fatto che, davvero, tutto potesse essere affrontato e vissuto con una nuova luce, accanto a lei e al bambino …
Si salutarono dolcemente, ma quando Joe riagganciò, sentì uno strano brivido percorrergli la schiena … un cupo presentimento lo turbò … non riusciva a capire quella strana sensazione che lo aveva colto … soprattutto, dopo ciò che aveva provato prima, nel sentirla ridere … e la cosa, lo lasciò spaesato, a guardare interdetto il cellulare che teneva in mano …

 

-Mamma … voglio andare a fare una camminata al parco … -
-Va bene tesoro … ti accompagno … -
-No, non importa … vado da sola … è una bella giornata … dopo tutti questi giorni di pioggia e freddo, oggi sembra veramente arrivata la primavera … -
-Ma, tesoro … sarei più tranquilla ad accompagnarti … - protestò, guardando la figlia avviarsi alla porta …
-Mamma … ho sentito Joe e … sta bene … - sospirò sollevata … - … e anche se ti può sembrare strano … proprio ora, ho bisogno di stare sola … questi giorni sono stati difficili, ma ora che tutto è finito … ho bisogno di riunire le idee, prima di rivederlo … devo calmarmi e realizzare che è tutto passato … e che d’ora in avanti … dovrò solo concentrarmi su di lui e il bambino …  -
-Va bene … però, tieni sempre il cellulare a portata di mano … e per qualsiasi cosa, anche piccola, chiamami!-
-Tranquilla! So badare a me! Dillo tu, a papà e a Jean, che sono uscita … ok? –
-Sì, certo! … vedrai che a momenti saranno di ritorno … sono andati solo a prendere le cose che mi mancavano per la cena di stasera!Vedrai che bella cenetta preparerò a Joe e ai suoi amici!-
-Bene! Allora, quando torno ti do una mano! A proposito …  devo andare anche a preparare le stanze degli ospiti! –
-Tesoro … una cosa alla volta … ora vai a fare una passeggiata e poi … vediamo di fare anche il resto!-
-Hai ragione … una cosa alla volta!O Joe mi brontolerà appena mi vedrà! … Allora, vado … ci vediamo più tardi! –
Salutò sua madre e si incamminò verso il parco … per fortuna, non era molto lontano da casa dei suoi e ci poteva arrivare tranquillamente a piedi …
Era una giornata calda e limpida … il sole splendeva … e mentre camminava per i viottoli del parco, allontanando da sé tutti i pensieri, inspirava a fondo il buon profumo degli alberi in fiore, appena sbocciati …
Dopo qualche minuto che gironzolava serena per i prati, iniziò però, a sentirsi un po’ stanca e cercò una panchina dove riposarsi …
Quel giorno, si sentiva particolarmente fiacca … forse era a causa  della notte insonne e per le analisi … o forse … era solo senza fiato, perché gli mancava lui..
Prese dalla borsa il cellulare … voleva mandargli un sms … breve, ma ne sentiva il bisogno … in quei giorni, non era riuscita a dirlo … per telefono … non sapeva perché, ma non ce l’aveva fatta … era stupido … se ne rendeva conto … ma ora ne sentiva il bisogno …
“Accidenti agli ormoni impazziti e ai miei alti e bassi di umore … !”
E mentre scriveva quelle parole, non riuscì a non sospirare … stava per spingere l’invio, quando una voce la distolse dal suo intento …
-Quanti sospiri … per scrivere un messaggio … chissà a chi? … -
Qualcosa in lei si gelò … quella voce, la gettò improvvisamente nel passato … come se l’avessero presa di peso e l’avessero buttata in un vortice oscuro e violento, pieno di menzogne e falsità … non era possibile … almeno non così cruentamente …
Alzò gli occhi lentamente, di fronte a sé, e un grido le morì in gola …
-Shin … -
-Eh, già … proprio io … - le rispose, con noncuranza …
Si guardarono negli occhi per un tempo che a Françoise sembrò infinito … non se lo aspettava di vederlo lì … dopo tutti quei mesi … e dopo quello che era successo …
-Shin … perché sei qui? – la sua voce tremava e, inconsapevolmente, iniziò a tremare anche lei …
-Indovina … -
-Io … - deglutì a fatica …
-Ho ripensato molto, a ciò che mi dicesti l’ultima volta che ci siamo visti … ricordi? Quando mi hai lanciato il nostro anello contro e mi hai detto che saresti diventata il mio peggiore incubo, se gli fosse successo qualcosa … lo ricordi? - … la fissò dritta negli occhi … - … sì … lo ricordi bene … beh, io ho pensato che … sarebbe curioso sapere … che cosa, invece, accadrebbe se … diventassi io, il tuo peggior incubo … - continuava a guardarla insistentemente e ad un certo punto, la vide rabbrividire palesemente … vederla così indifesa, lo rese particolarmente soddisfatto e così, le si avvicinò pieno di sé … -Ora vieni con me … - proferì quelle parole lentamente, scandendole una ad una …
-No … io non vengo con te … - scosse la testa, ma lui non si scompose … anzi, un sorriso perfido gli si impresse sulle labbra …
-Oh, sì … che verrai con me … non puoi opporre resistenza … almeno, non nel tuo stato … -
Françoise impallidì …
-In questi giorni ti ho seguito … ti ho osservato …  e sapendo quanto ci tieni ad essere in forma … quella pancia così visibile, non credo che sia un caso … -
Era atterrita … si portò una mano al ventre … come se volesse difenderlo da quelle parole e da quello sguardo …  gli occhi le divennero lucidi e con voce tremante si rivolse a lui …
-Ti prego … non fare del male al bambino … -
-Ma io … non potrei mai farti del male … lo sai … io ti amo … e ti ho sempre amato, mia dolce metà … -
Chiuse gli occhi e le lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance …
-Ora vieni con me … su … non mi obbligare a trascinarti via con la forza…-


Lei si alzò e ubbidì senza opporre resistenza, ma lui improvvisamente, la fermò … - Lascia il cellulare qui … - Françoise lo appoggiò, con mani tremanti, sulla panchina e senza accorgersene, sfiorò l’invio del messaggio che stava per inviare, alcuni attimi prima …

 

Un paio d’ore dopo …
-Jean? Dove è tuo padre? – la voce di Anne era allarmata …
-Credo in salotto … perché? Che è successo? – la donna non rispose e si diresse velocemente verso il marito …
-Caro … Françoise non mi risponde … e ormai sono già passate un paio d’ore da quando è uscita … -
-Anne, stai tranquilla … vedrai che non è successo nulla … si sarà fermata a parlare con qualche amica e non si sarà accorta dell’ora … -
-Ma non risponde al cellulare! –
Jean si avvicinò ai due … seguendo in silenzio il discorso …
-Anne! Smettila di preoccuparti così! Non fa bene a Françoise che tu sia così apprensiva! Lasciala respirare! –
-No, sei tu che non capisci! Tua figlia non può non essersi accorta dello squillo del cellulare ! Tu dimentichi che ha un udito speciale! –
-Tesoro! L’avrà lasciato in silenzioso, da stamani, all’ospedale e non si sarà accorta!Lo sai: la borsa di tua figlia è pari a quella di Mary Poppins! C’è di tutto! Sarà rimasto sepolto tra tutte le cose e non ci avrà fatto caso!-
A quel punto intervenne Jean .. – Impossibile … stava aspettando la telefonata di Joe … non poteva averlo lasciato in silenzioso … -
-Non ti ci mettere anche tu, Jean! C’è già tua mamma che è apprensiva! – l’uomo ammonì nervosamente entrambi …
-Ha ragione Jean! Françoise , prima di uscire , mi ha detto che aveva parlato con Joe … quindi … -
-Ora basta! Calmatevi entrambi!- il padre di Françoise inspirò profondamente, cercando di non farsi trascinare dall’agitazione della moglie … e tentò di ragionare freddamente, prima di decidere cosa fare … - Io e Jean andiamo a cercarla, ma tu cerca di stare tranquilla … sicuramente non è successo nulla … - l’uomo, improvvisamente, si irrigidì … qualcosa, in lui, era stato toccato dalle parole di Jean e Anne … anche se, non lo voleva ammettere …
Uscirono rapidamente da casa, così come erano vestiti, senza prestare attenzione a niente altro … e si diressero, a passo svelto, verso il parco … non accorgendosi neanche, che era cominciato a piovere …
Girarono in lungo e in largo, ma di Françoise neanche una traccia … fino a quando, Jean notò su una panchina un oggetto … non poteva sbagliarsi … era il cellulare di sua sorella … lo riconobbe subito, dal ciondolo legato alla custodia … un piccolo fiore di ciliegio smaltato di rosa …
-Papà!-
-Dimmi Jean … - gli si avvicinò di corsa e sgranò gli occhi, quando si accorse cosa il figlio gli stava mostrando … e in quel momento, l’uomo si rese conto della gravità della situazione … la testa iniziò a pulsargli e il respiro a farsi irregolare … ma dopo un primo momento di totale black out, si obbligò a calmarsi e a raccogliere le idee …
-Torna a casa dalla mamma … e avvisate la polizia … - percepì la sua voce lontana e instabile, mentre diceva al figlio cosa fare …
-Papà … -
-Sbrigati! E fai subito, quello che ti ho detto!- riprese , malamente, Jean per la sua esitazione …
-Papà … ma tu che vuoi fare ? … -
L’uomo guardò l’orologio … - … avvisa la polizia … fai presto … -

 

Joe aveva preso il suo bagaglio e si stava dirigendo verso l’uscita, dove Jet ed Albert lo stavano già aspettando impazienti … soprattutto il primo!
-Certo che sei lento! Siamo qui ad aspettarti da ore!-
-Non è colpa mia, se la mia valigia è arrivata dopo la vostra!-
-E per fortuna che è arrivata! … Dì, la verità! E’ che l’hai presa con lentezza … perché non hai voglia di fare il giro delle sette chiese, a cercare i litchi per la tua dolce metà!-
Si guardarono un attimo in faccia tra loro e poi, scoppiarono a ridere … forse, non aveva tutti i torti!
-Su, andiamo … e smettiamo di perdere tempo! Che devo inventarmi qualcosa! … forse … tu, Jet, potresti aiutarmi … potresti volare fino a … - ci pensò un attimo su … - … non mi ricordo da dove provengono i litchi! … comunque lì!– mentre Joe finiva di dire scherzoso quelle parole, il suo sguardo fu attirato, casualmente,  da un uomo, in piedi, all’uscita dei passeggeri .. e improvvisamente, il suo volto si incupì … il ragazzo lo guardò dritto negli occhi e la valigia gli cadde di mano, sotto gli sguardi allibiti di Jet e Albert che non riuscivano a capire cosa stesse accadendo … per quale motivo, il loro amico avesse assunto, tutto ad un tratto, un espressione così funerea …
Lo videro irrigidirsi e deglutire a fatica, prima di dirigersi di corsa verso la persona che li stava guardando con aria altrettanto sconvolta …
-Che è successo? … - … il tono della sua voce si incrinò, nel pronunciare quelle parole  … e sentì, improvvisamente, la gola secca, mentre il respiro diveniva irregolare e le gambe molli …
-Joe … dobbiamo andare a casa … ti spiegherò mentre siamo in auto …  – l’uomo parlò con calma … scandendo ogni parola, in modo lento e teso …
Joe era visibilmente sotto shock e senza dire o fare altro, lo seguì docile come un automa …  Albert e Jet stavano iniziando ad agitarsi … non riuscivano ancora a capire cosa stesse accadendo … avevano intuito però, che si doveva trattare di qualcosa di grave così, per il bene dell’amico, decisero di rimanere calmi e di seguirlo accondiscendenti  … e mentre salivano in auto con lo sconosciuto, Joe presentò i suoi amici al padre di Françoise …
-Dimmi che è successo? … -
-Joe … Françoise è sparita … -
I tre spalancarono gli occhi nello stesso momento …
-Che vuol dire sparita? Non può essere! – gridò senza accorgersene, mentre sentiva la terra intorno a sé crollare …
Gelidi brividi di terrore iniziarono a percorrergli la schiena …
-Quello che ho detto … è uscita a fare una passeggiata e … -
Senza accorgersene e, indipendentemente dal suo volere, alcune lacrime iniziarono a scendere giù, lungo il suo volto … non era possibile … si portò una mano alla fronte, illudendosi di alleviare in qualche modo il dolore alla testa che lo aveva assalito …
-Non è possibile … che vuol dire che è uscita a fare una passeggiata ed è sparita? …  -
Jet e Albert , nonostante fossero rimasti impietriti dalla notizia, notarono subito lo sguardo perso e le pupille dilatate di Joe … si scambiarono un’occhiata nervosa … l’amico aveva già perso il controllo : era palese anche dal suo tono, ma  …  
-Joe .. calmati  ... vedrai che non è successo niente di grave … e comunque, ci siamo qui noi … non ti devi preoccupare … la troveremo … e te la riporteremo a casa … sana e salva … fosse l’ultima cosa che facciamo … stai tranquillo … -
Joe rimase immobile e impassibile alle parole degli amici … con lo sguardo vuoto e perso nel nulla … sembrava l’ombra di sé stesso … privo di anima e contenuto … non sembrava neanche respirare, da quanto si era irrigidito … non era preparato ad affrontare qualcosa di simile e, probabilmente, nessuno lo sarebbe stato …

 

Parte 3

Quando misero piede in casa, Anne stava ancora finendo di parlare con la polizia  … che appena fu informata di chi fosse Joe, gli rivolse mille domande, a cui lui rispose confusamente, con un filo di voce e come un automa, senza una vera cognizione di causa  … era sconvolto e non sapeva bene neanche lui, cosa dire … aveva messo piede da poco più di mezz’ora a Parigi … non sapeva nulla e non capiva nulla … aveva avuto una delle peggiori notizie che potesse ricevere … la sua vita era precipitata nel buio più assoluto … incapace di realizzare qualsiasi cosa … figurarsi, se era in grado di riuscire a rispondere coerentemente, a delle domande di perfetti sconosciuti, che non sapevano neanche, che cosa significasse trovarsi al suo posto …
Appena la polizia lasciò l’abitazione degli Arnoul, Anne si precipitò ad abbracciare Joe … se lo strinse al petto, come fosse un figlio, ed iniziò a piangere …


-Joe … - singhiozzava e pronunciava il suo nome tra le lacrime … era più forte di lei … avrebbe voluto trovare la forza di reagire e di donarla a lui, che vedeva smarrito come un bambino, ma la disperazione l’aveva completamente sopraffatta …
Il silenzio che scese in quel momento, fu qualcosa di indescrivibilmente doloroso per tutti … tanto, da lasciarli completamente annichiliti …

 

-Non sei felice di rivedermi … mio dolce e meraviglioso amore?-
Françoise rimase in silenzio, con la testa bassa, senza rispondere alla sua provocazione …
-Amore mio … non sai quanto mi sei mancata! … e quanto ti ho pensato !… Ogni giorno … eri il mio chiodo fisso … - si avvicinò a lei e le alzò il viso verso di lui … -Perché non mi rispondi? Non sei felice di rivedermi? Non ti sono mancato neanche un po’? Su … non fare la sostenuta, mio dolcissimo amore … - la ragazza continuò a non rispondere, evitando anche di guardarlo in volto … così, l’uomo, molto tranquillamente, le si mise a sedere di fronte ed iniziò a guardarla minuziosamente … come se tentasse di riportare alla mente ogni suo particolare …
-Sei bella come ti ricordavo … e anche se hai quella pancia, sei sempre molto desiderabile … proprio come quando stavamo assieme … -
Françoise ebbe un urto di nausea … il suo modo di guardarla e quelle ultime parole, le avevano dato il voltastomaco  …  in più, stava cominciando a stare male, a sedere su quella sedia scomoda, con le mani legate dietro la schiena, e a sentire il disagio e il turbamento di essere così indifesa, alla mercé di Shin …
-Per favore … lasciami alzare o sdraiare sul letto … non ce la faccio più a stare in questa posizione … -
-Uhm … dici che dovrei? … viste le tue condizioni? … -
-Per favore … ho anche bisogno di andare in bagno … -
-Hey … hey … quante cose! Non credi di avere troppe pretese, amore mio? –
A quel punto, la ragazza lo guardò dritto negli occhi … mettendo da parte angoscia e timore …
-Perché? … perché lo stai facendo? Tu … non sei così … -
-Beh … sì … hai ragione … io non sono così … mi ci hai fatto diventare tu, in questo modo … -
-Io … - sgranò gli occhi sconvolta, nel sentire quella sua affermazione …
-Con questo bel visino e il tuo corpo meraviglioso … mi hai fatto girare come una trottola …  mi hai fatto fare tutto quello che volevi … ho fatto tutto per te … ti ho donato tutto …  e tu … mi hai ripagato tradendomi  …  sei andata a letto con quel bastardo … ti sei divertita con lui alle mie spalle … e ora … stai aspettando pure un figlio da lui … - si alzò e le diede le spalle, rimanendo in silenzio … a soppesare le sue parole …
-Che vuoi da me? Perché mi hai rapita? Che intenzioni hai? –
Iniziò a ridere amaramente e poi, si voltò di nuovo verso di lei …
-Cosa voglio … uhm … interessante … continui a pensare che tutto il mio mondo giri intorno esclusivamente a te! Buffo … non credi? … beh, questa volta ti sbagli … voglio solo la mia vendetta … voglio solo vederlo soffrire  … come non mai … lui mi ha portato via tutto, ma … questa volta è il suo turno …  io gli porterò via te … e dopo questo … saremo pari … -
-Non puoi dire una cosa del genere … e il bambino? Non ci pensi?  Lui non centra …  non puoi accanirti contro un essere indifeso e innocente! –
-Hai ragione … ma infatti … contro il bambino non farò nulla … è solo contro di lui che agirò … -
-Non puoi dire così!Se farai del male a me, farai del male anche al bambino! Non capisci?-
-No … sei tu che non capisci … e se vuoi te lo ripeto un’ultima volta … è solo lui che mi interessa … se il bambino ci va di mezzo, però … non è una cosa che mi riguarda … semplice, no? –
-Sei crudele … -


-No … lui è stato crudele con me … mi ha portato via tutto … il mio lavoro … la mia famiglia … e tu … che eri la mia ragione di vita … -

 

-Joe … cerca di reagire … devi farti forza … - la mano di Jean sulla sua spalla lo riscosse improvvisamente, come se fosse stato rimandato sulla terra da un’altra dimensione  … si voltò lentamente verso il fratello di Françoise e lo guardò come se lo vedesse per la prima volta … era completamente perso … sembrava che la sua testa non riuscisse a mettere due parole in croce …
Anne piangeva in silenzio, tra le braccia del marito … mentre Jet e Albert assistevano a quella scena, frastornati e impotenti, non riuscendo a capacitarsi di quello che stava accadendo …
L’espressione di Joe era immutata da quando avevano messo piede in casa … aveva assunto il volto spaventoso di una maschera del teatro kabuki e i suoi stessi amici facevano fatica a sostenere il suo sguardo …
-Joe … ascolta … dobbiamo riscuoterci tutti e … -
-E? … e cosa, Albert?- gridò furioso, scuotendo tutti all’improvviso …
-Joe … calmati … devi essere lucido … -
-Calmarmi? … essere lucido? … mi stai prendendo in giro? … ti rendi conto di quello che mi dici? … - alzò gli occhi iniettati di rabbia verso Albert … incenerendolo sul posto …
-Joe … calmati … Albert lo diceva solo per il tuo bene … -
-No! Non mi calmo!Maledizione!Come fate a non capire? … -
-Lo capiamo benissimo, ma non ottieni nulla a comportarti così! –
-No! Non capite proprio nulla! Non potete! Perché non è a voi che hanno portato via tutto! … è a me! – gridò disperato, prima di portarsi le mani al volto e scoppiare in lacrime sotto gli occhi sconvolti di tutti … nessuno si aspettava che Joe crollasse così … nessuno era preparato a vederlo così … e la stessa Anne iniziò a tremare …
-Joe … ascoltami … - Jet gli si avvicinò … - … la ritroveremo … ma abbiamo bisogno che tu torni in te … abbiamo bisogno di te … per favore … fallo per lei … aiutaci … dacci una mano a trovare una pista … -
-E come? … io ero con voi! … come faccio a darvi una mano? Come? –
-Non so … ma … - si guardò a giro … e ripensò un attimo a cosa avevano detto Jean e suo padre … - … il suo cellulare … magari su quello c’è qualcosa che ci può aiutare … -
Il ragazzo alzò gli occhi rossi e pieni di lacrime verso di lui … e cercò di fare mente locale …
-Il cellulare … -
-Sì … magari c’è qualcosa che è sfuggito alla polizia … non so … diamogli un’occhiata … per scrupolo … -
Joe annuì –E’ lì … sul tavolo … prendilo pure … e guarda ciò che vuoi … hai il mio permesso … -
Jet prese il telefono ed iniziò a guardare solertemente nel registro chiamate … per vedere se vi era qualche numero o telefonata strana … poi sfogliò la cartella delle foto … e infine quella dei messaggi …
-Joe … accendi il cellulare … - disse improvvisamente, infrangendo il silenzio caduto nella stanza …
-Il telefono? … - lo guardò in modo interrogativo … non capendo la richiesta dell’amico …
-Accendilo … - insistette …
Il ragazzo accese il cellulare … e dopo alcuni istanti, sentì il suono di un messaggio in arrivo … guardò lo schermo del telefono e sgranò gli occhi …
-Guarda l’ora a cui te l’ha mandato … fino ad allora … stava bene … è successo qualcosa dopo … e dobbiamo scoprire cosa … -
Non riusciva a proferire parola … aveva lo sguardo fisso sullo schermo e non riusciva a spostarlo da lì … come anche la sua mente che si era fermata a quelle parole …
Ti amo Joe …
-Joe … per favore … aiutaci … sei l’unico che … - le sue parole si interruppero appena il telefono di Joe iniziò a squillare …
-Joe … rispondi … - Jet lo esortò rapidamente, vedendolo stordito e immobile a fissare il cellulare …
Come un automa eseguì l’ordine dell’amico … - Pronto … -
-Pronto … mi riconosci … signor Shimamura ?… -
Sgranò gli occhi … non poteva essere … quella voce …
-Ma che bello risentirti! … - disse ironicamente … -E’ passato così tanto, dall’ultima volta che ci siamo parlati! … ricordi? … uhm … comunque, parlando di cose serie … ascoltami … bastardo …  indovina un po’ chi c’è qui con me? … la tua dolce metà! … ha deciso di farmi compagnia … molto gentilmente … ha pensato che non fosse carino lasciarmi solo, dopo tutto questo tempo e quello che c’è stato tra di noi … - rise … - … sai com’è … in fondo … stava per diventare la mia adorata moglie … prima che tu me la rubassi … e te la portassi a letto … anzi, mi corrego:viceversa!-
-Shin … - quando Joe pronunciò quel nome, con voce bassa e vibrante di rabbia, gelò il sangue di tutti …
-Sì … proprio io! … vedo che ti ricordi di me! … bene … meglio così! … mi sarei indispettito se avessi dovuto riportarti alla mente i nostri bei ricordi … insieme … o meglio … tutti quelli che ti sei rubato con la mia dolce metà … -
-Lei non è tua! … -
-Dici? … eppure … ora è proprio qui … di fronte a me … bella come sempre ..-
-Bastardo. Io ti ammazzo. -
-Sì, certo … e come farai? … fino a quando sarà nelle mie mani … tu sei completamente impotente … e questo … è molto divertente … non credi? … ah! .. che meraviglia … che soddisfazione! … sentirti così ! … adesso, finalmente, cominci a sapere come mi sono sentito io il giorno in cui me l’hai portata via … allora? … signor Shimamura … come ci si sente … a farsi portare via … la propria vita ?… -
-Non la toccare neanche con un dito … o ti giuro, che ti trovo e ti strappo il cuore con le mie stesse mani … - Joe, pronunciando quelle parole, strinse tanto il bracciolo della poltrona che lo frantumò … davanti agli occhi ormai sconvolti di tutti … che lo sentivano parlare, inermi con Shin …
-E .. se la toccassi? … se .. per caso … volessi toccare di nuovo la sua bellissima pelle … se volessi … baciarla e … non solo? … tu cosa potresti fare per impedirmelo? … sentiamo … cosa potresti fare … quando urlerà ? … di piacere? o di dolore? … questo, ancora, non l’ho deciso … -
-Shin … scappa lontano da qui. Perché se ti trovo … di te … rimarrà solo la polvere … - gli occhi di Joe si strinsero in due strette fessure … quasi invisibili … simili a due bracieri ardenti …
-Non credo che lo farò … anzi, mi piace troppo l’idea! … sempre che … tu riesca a metterla in atto e … ora, se non ti dispiace, ho da fare! … ti devo lasciare a malincuore … ma è stato un vero piacere risentirti … avrai presto mie notizie … mio caro signor Shimamura … -


Shin riagganciò … Joe abbassò la testa e fra i denti, sussurrò alcune parole … che furono comprensibili solo a Jet e ad Albert … -Anche tu … avrai presto mie notizie … -

 

-E’ sempre il solito spaccone borioso … non è cambiato … si crede sempre chissà chi … - disse a denti stretti … quasi ringhiando, mentre si girava verso Françoise … -Ah … giusto … forse dovrei toglierti il bavaglio … - e dicendo così, le si avvicinò e la liberò … -Scusami tesoro … ma non volevo che ti mettessi ad urlare … proprio mentre parlavo con .. - … si interruppe e la guardò … osservandole le  mani … - … come dovrei definirlo? … non ti ha neanche sposato! … non si fa così! … avresti dovuto porla come condizione, prima di avere un figlio da lui … per tua sicurezza … sai … il lupo perde il pelo, ma non il vizio … potrebbe sempre passare alla fidanzata di un altro … e tu poi, cosa faresti? … cresceresti un bastardo da sola? … -
-Shin!Mi fai schifo!Sei l’essere più … più … disgustoso e viscido al mondo!- lui la guardò, sorridendole con un ghigno spregevole e poi la schiaffeggiò violentemente … tanto che lei gridò per il dolore e perse un po’ di sangue dal labbro …
-Se continui a parlare così … potrei diventare ancora più cattivo … non mi provocare tesoro … non sono più quello stupido … innamorato di te … -
La liberò anche dai lacci alle mani e stringendola forte per un braccio, la tirò su dalla sedia … - Vai in bagno … e sbrigati … - le intimò con sguardo cupo … -E lascia la porta aperta … non si sa mai … ti venisse qualche idea stupida … - la spinse dentro la stanza e le fece cenno di andare …
Era sconvolta e senza parole … umiliata così … senza alcuna pietà … si sentì improvvisamente, così debole e fragile … che la paura la assalì bruscamente … facendola scoppiare a piangere …


-Sbrigati. E smettila di piangere. Mi sto innervosendo!- le ringhiò furioso dalla porta …

 

-Joe! … dove stai andando? … - Jet lo guardò in volto e si spaventò, a vedere l’espressione senza anima dell’amico …
-Vado ad ammazzarlo.- disse con una semplicità tale, che sconvolse tutti … lasciandoli esterrefatti …
-Joe … - Albert deglutì a fatica, mentre tentava di dire qualcosa per fermarlo … lui stesso era spaventato nel vederlo così , ma soprattutto sapeva bene che, in quello stato mentale … lo avrebbe potuto fare …
-Aspetta!Non fare sciocchezze!Devi calmarti! –
Voltò, lentamente, la testa verso i suoi amici …
-Calmarmi? … non fate altro che ripetermelo … ma ve l’ho già detto … non siete voi … quelli a cui stanno togliendo la vita … -
-Joe … aspetta … - Jean interruppe il loro discorso … - … hanno ragione loro … non puoi agire d’impulso … non per il bene di mia sorella … lo so … o meglio … posso immaginare cosa senti … perché anche noi, stiamo male, ma … devi essere lucido … devi farlo per lei … e per il bambino … è la cosa più giusta … ne sono convinto … lei vorrebbe così … lo sai … lo sai bene … - le parole del cognato lo colpirono nel profondo del cuore … lasciandolo spaesato … -Joe … per favore … ascolta Jet e Albert … loro ti possono aiutare … ma devi permetterglielo … devi collaborare con loro e … sono sicuro che ,in questo modo, riporterete Françoise a casa … -
-Ha ragione Jean … Joe  … devi farti aiutare … tu sei troppo coinvolto in questa situazione … tesoro mio … - e così dicendo, Anne si alzò, facendosi forza, e andò da lui … abbracciandolo … - Ti prego … non voglio che tu commetta qualche sciocchezza per quel essere disgustoso … non voglio che comprometti la tua vita!Non è giusto! … pensa poi, a quanto ne soffrirebbe la mia bambina … lo sai … ti ama più di ogni altra cosa al mondo … ha lottato tanto e ha sofferto tanto, per arrivare fino a qui … ti prego … pensaci … vi siete finalmente trovati … non gettare via tutto … - lo strinse a sé … scongiurandolo in lacrime che tornasse ad essere lucido …
-Va bene … mi farò aiutare … - concluse con voce triste dopo alcuni attimi di silenzio e di riflessione …
-Bene … è la cosa migliore che puoi fare … e ora … dicci … hai capito dove si trova Shin? … - Jet non perse tempo e senza tanti giri di parole, chiese a Joe maggiori delucidazioni …
-Sì … credo di sì … mentre eravamo al telefono, ho sentito dei rumori di una pressa … se non ho sentito male … sembrava quella di autodemolitore … -
-Ottimo … allora dobbiamo solo trovare la ditta che demolisce auto a Parigi ..-
-Di ditte simili … non ce ne sono tante … anzi … credo che ne esista una sola … nella zona industriale a sud della città … - intervenne il padre di Françoise … sentendo le parole di Joe …
-Allora … andiamo … bisogna sbrigarci … - Si avviarono verso la porta e Jean li seguì, ma Joe lo fermò subito …
-Tu non vieni … dobbiamo andarci noi … - disse, perentorio … mostrando però, di aver riacquistato un po’ del suo autocontrollo ….
-Ma … Joe … -


-No,Jean … se ti succedesse qualcosa … Françoise ne soffrirebbe troppo … lascia fare a noi … piuttosto … avvisa la polizia e dì loro, di raggiungerci lì … - e dicendo così, se ne andò con Jet e Albert …

 

Shin si avvicinò a lei e le accarezzò una guancia, suscitando in Françoise un brivido di disgusto e paura lungo la schiena … -Che intenzioni hai? … perché mi tieni in ostaggio? … -
-Uhm … come sei curiosa … piccola mia … -
-Shin … per favore … torna in te … lasciami libera e tutto finirà qui … te lo prometto … chiederò a Joe di lasciar perdere … -
Si mise a ridere … -Tu chiederai a Joe … di lasciar perdere … che cosa interessante … - rise nuovamente … -Pensi veramente che ti lascerei libera, a questo punto? … no … non lo farò … è troppo divertente e appagante, sapere che lui … ora sta soffrendo … che sta dilaniandosi dal dolore … perché non sa cosa ti accadrà … ops … volevo dire … che cosa vi accadrà! … -
-Shin … ti prego … -
Si avvicinò ancora di più a lei … -Ti prego … cosa? … una volta me lo chiedevi quando ti portavo al limite e volevi essere soddisfatta … ora, invece? … perché me lo chiedi? … - la guardò dritta negli occhi, ma lei distolse lo sguardo intimorita … -Guardami negli occhi … sgualdrina … - l’afferrò per il mento e tentò di baciarla … Françoise si divincolò, tentando di scansarsi, ma lui la costrinse con la forza … baciandola con violenza … fino a farle male e a costringerla ad aprire la bocca …
Lei lo morse, suscitando l’ira  incontrollata di Shin …


-Puttana! Mi hai morso! – si portò una mano al labbro, tamponandoselo con il pollice … ma quando vide il suo sangue sporcargli la mano, si infuriò e la schiaffeggiò nuovamente … questa volta però, la colpì a tal punto forte, che cadde insieme alla sedia su cui era tenuta legata … facendole battere la testa e perdere completamente i sensi …

 

-Dici che sia qui? … ti sembrano familiari questi rumori? … pensaci attentamente … non avere fretta … è importante che tu ci rifletta attentamente..-
Joe si costrinse a calmarsi e a liberare la mente … cercando di controllarsi e di ascoltare con attenzione i rumori che lo circondavano …
-Sì … sono questi … -
-Bene … allora … diamoci un occhio intorno … e cerchiamo di scoprire dove la tiene rinchiusa … -
Jet alzò la testa e diede un rapido sguardo agli edifici che si alzavano intorno a loro … non vi erano molte abitazioni … lì, nei paraggi, vi erano per lo più capannoni e magazzini … e sembravano tutti funzionanti …
-Mentre parlava … ti è sembrato che ci fosse qualche eco … o che la voce fosse distorta? … -
-No … sembrava che fosse in una stanza con qualche apertura … riuscivo a sentire bene anche il rumore del vento che vi entrava … -
-Quindi … potrebbe essere in un appartamento da queste parti … magari … il vento proveniva da una finestra … in fondo … lui … da qualche parte deve anche stare … - Albert ipotizzò, distrattamente , la sua tesi, mentre controllava attentamente, con il city lens del cellulare, la zona … per vedere subito, quali fossero i punti di interesse, segnalati dalla rete internet … -Da queste parti c’è un piccolo albergo … o, considerando le stelle che gli danno … una topaia … potremmo provare a cercare lì … -
-Shin è abituato allo sfarzo … non so se … -
-Sì, ma … sta tenendo in ostaggio una persona … sai, Jet … per quanto sia folle … non credo che sia così sprovveduto da averla portata all’Hilton … -
-Sì … forse hai ragione … anche perché, da queste parti … non mi sembra che vada di moda il lusso sfrenato … dicci dove è il posto … -
-E’ proprio nella strada qua sotto … andiamo … - fece cenno ai due, avviandosi e facendo strada a loro …
Alcuni attimi dopo, si ritrovarono davanti all’albergo … o come l’aveva ben definito Albert … alla topaia …
Entrarono con cautela … e, a quella che sembrava una reception improvvisata, vi trovarono un grosso uomo,un po’ sporco e trasandato, con la barba incolta e lo sguardo truce … che li squadrò subito, appena li vide entrare …
-Che volete? … -
-Ecco noi … stiamo cercando una persona … -Jet gli si avvicinò con aria dura … non aveva tempo da perdere … se l’uomo aveva intenzione di dirglielo con le buone, bene … altrimenti … peggio per lui …  -Stiamo cercando un tipo … un orientale … con una ragazza occidentale bionda … -
-Uhm … in genere … è viceversa … sono gli occidentali che portano qui le ragazze  orientali … per divertirsi un po’ … -
-Ma a noi, quelli non interessano … rispondi … rapido … non abbiamo tempo da perdere … -
-Cosa mi date in cambio? … se ve lo dico? … - chiese con un grugnito …
Ad Albert sfuggì una risatina … - Vuoi saperlo? … ti diamo in cambio la possibilità di vivere ancora per qualche anno … prima che tutto l’alcol che ti scoli … ti distrugga il fegato … ti può piacere come scambio? … - concluse, fulminandolo con lo sguardo …
-Ok … sono nella stanza 17 … - rispose, rapidamente, intimorito dallo sguardo dei tre …
-Grazie … ah … dimenticavo … se sentissi dei rumori strani … non ti preoccupare … rimani qui … non vorremmo che finissi male per un errore …-
-Chiamerò la polizia … -
-Non importa … lo abbiamo già fatto noi … quindi, non ti intromettere.-
L’uomo annuì, terrorizzato, mentre li vide avviarsi verso le scale e salirle nervosamente …
Sentivano il cuore battere in modo furioso, il sangue martellargli nelle vene e la testa pulsare incessantemente …
Joe faceva quasi fatica a respirare … tanto era alta la tensione, che stava provando … si sentiva sull’orlo del baratro … sfinito e con una forte voglia di mettersi ad urlare come un pazzo …
-Andate avanti voi  … io vi raggiungo subito … - Albert interruppe, bruscamente, quel silenzio pesante, caduto tra loro nella salita … riscuotendoli entrambi …
-Albert … -
-Chiamo la polizia per dirgli la nostra precisa ubicazione … ma mi raccomando, Jet  … -
L’amico annuì e si scambiò uno sguardo d’intesa con l’altro … doveva stare attento a Joe … oltre a tenere la situazione sotto controllo! …  la cosa, non si prospettava così facile … non sapeva neanche cosa aspettarsi da Shin … erano partiti, senza un vero piano …  senza avere un’idea precisa di come comportarsi … non avevano avuto né tempo né mente per farlo … sapevano solo, che dovevano riportare Françoise a casa … il più presto possibile e, soprattutto , sana e salva …
Quando si ritrovarono di fronte alla porta , il volto di Joe era, stranamente, inespressivo e questo fece temere il peggio all’altro …
-Lascia andare avanti me … - gli sussurrò … ma Jet non era molto convinto che lui gli avesse prestato molta attenzione … sembrava essere da un’altra parte …
Si avvicinò alla porta e ascoltò i rumori che provenivano da dentro … c’era silenzio … non sembrava che ci fossero movimenti particolari … così, mise la mano sulla maniglia e, con una forte spallata, la aprì …
Shin era davanti alla finestra , ma non fece neanche in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo, che Joe gli si fiondò addosso …
Neanche Jet se ne accorse … tanto fu rapido nei movimenti …
Il ragazzo lo afferrò violentemente alla gola con una mano … spingendolo contro il muro … i suoi occhi erano assolutamente vuoti e privi di emozione …
-Joe! Fermo!Lascialo!Ci penso io a lui!- tentò di riscuotere l’amico, ma senza avere risultati … e, lentamente, vide il volto di Shin trasformarsi in una maschera violacea … annaspando e cercando di respirare … ma non riuscendoci, per via della stretta al collo che glielo impediva …
-Joe!Fermati!Basta!Lascialo!Non mi costringere ad intervenire contro di te!- la voce di Jet sembrava essere lontana mille miglia da lì e dalla sua mente … ormai andata in completo black out …
-Joe! … fermo! … lascialo!Devi pensare a Françoise e al bambino!- iniziò a gridare … non sapeva neanche lui come mai … ma era impietrito e non sapeva come fermarlo … ma doveva farlo … prima che lo soffocasse lentamente o gli spezzasse l’osso del collo …
-Joe … corri … Françoise non sta bene … - improvvisamente, la voce di Albert, da dietro le loro spalle, riscosse tutti da quello stato di follia e annichilimento …
Come un automa, a cui era stato spento l’interruttore, il ragazzo mollò la presa … lasciando cadere a terra Shin, come un peso morto e senza fiato …
Si voltò verso l’amico e solo allora, la vide … era per terra … distesa su un fianco … immobile … il volto e i capelli sporchi di sangue … le si avvicinò tremante … e la prese tra le braccia … urlando il suo nome …
Jet e Albert erano paralizzati … agghiacciati … al punto tale, che furono riscossi solo dal suono delle sirene della polizia, giunte finalmente in loro soccorso …

 

Parte 4

Françoise fu portata urgentemente, con prognosi riservata, in ospedale … dove l’attendevano già, Jean e i suoi genitori …
Fu subito chiamata la dottoressa Giargè, che nel pieno della notte, si precipitò in clinica, prendendo, subito in carico, il suo caso e chiamando in suo aiuto alcuni colleghi, che erano di turno quella notte e di cui sapeva potersi fidare totalmente … infatti … doveva parlare chiaro con loro … doveva renderli partecipi della situazione, nel complesso …
Fu una notte lunga … per tutti … Joe, Jet, Albert e la famiglia di Françoise aspettarono in piedi, di fronte alla porta del pronto soccorso, per buona parte della notte, fino a quando la dottoressa non uscì a dar loro le prime notizie …
-Joe … le abbiamo fatto un check completo … abbiamo controllato tutti i valori: sono tutti abbastanza buoni … la botta, per fortuna, non è stata forte come è stato ipotizzato all’inizio, ma … lo spavento e lo stress … probabilmente, le hanno provocato una piccola perdita ematica e … il bambino … sembra stare bene, ma … dobbiamo tenerla sotto osservazione … - Joe rimase, immobile e in silenzio, ad ascoltarla … - Siamo intervenuti subito con la terapia … però … ora, bisogna vedere come reagiscono lei e il piccolo … dobbiamo essere pazienti ed aspettare … la porteremo in sala d’osservazione e la monitoreremo per tutto il tempo … -
Il ragazzo annuì … inconsciamente …
-Starò io con lei … non vi dovete preoccupare … non la lascerò un attimo … ve lo prometto … - e dicendo così, li lasciò e ritornò in stanza da Françoise …

 

Ore dopo, i primi raggi del mattino iniziarono ad entrare nella hall dell’ospedale … vi era un silenzio quasi fastidioso … era stata una notte calma, in reparto … medici e infermieri erano passati appena un paio di volte … e senza dir loro nulla … neanche se tutto era regolare o stazionario …
Quell’attesa snervante li dilaniava … anche se, potevano immaginare che tutto stesse procedendo bene o per lo meno che non ci fossero state complicazioni … avrebbero voluto qualche parola … anche una sola … ma qualcosa che li riportasse nel mondo reale al più presto …
La porta del reparto in cui si trovava Françoise si aprì …
-Buongiorno a tutti! … - Isabelle, la dottoressa della ragazza, uscì , sorridendo leggermente … Joe le si avvicinò cauto … dentro di sé, aveva comunque molta paura, nonostante l’espressione del medico lo dovesse rassicurare in qualche modo …
-Dottoressa … -
La donna allungò una mano e la posò sul suo braccio …
-Joe … le cose stanno andando bene … non posso darti ancora la sicurezza che sia completamente fuori pericolo, ma quella piccola creatura … mostra molta forza … probabilmente, ha preso dai genitori! … la terremo ancora , fino a domani, in osservazione stretta, e poi … penso che la potremo trasferire in reparto … quindi … stai tranquillo … tutto promette per il meglio … per entrambi ... -
Il ragazzo inspirò profondamente,  sollevato … e come, se iniziasse di nuovo a vivere, sentì di nuovo l’aria fluire nei suoi polmoni … il cuore battere di gioia e gli occhi, vedere nuovamente la luce …
Anne si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto , piangendo felice … lui rispose al suo abbraccio e si lasciò andare … piangendo finalmente , anche lui,  calde lacrime di contentezza ..
Anche gli altri iniziarono a sospirare di sollievo e ad avere occhi lucidi per il lieto momento …
-Ehm … scusate se vi interrompo, ma … - Isabelle li riscosse tutti - … volevo sapere se … Joe vuole sapere il sesso del bambino … nell’ecografia di ieri, il piccolo era girato … quindi … si vedeva bene … - gli chiese, sorridente …
-Si sa già? … - esordì, stupito Jean, arrossendo poi, per la concitazione inopportuna …
-Sì … o meglio … ieri era in una posizione che mi ha dato modo di vederlo … quindi … se lo vuoi sapere … futuro papà … sarò molto lieta di farlo … -
Joe rimase un attimo in silenzio, sbalordito dalla notizia inattesa … era troppo confuso da tutti gli eventi, per rendersi conto appieno, di quello che gli stava dicendo la dottoressa … aveva ancora bisogno di raccogliere le idee …  ma poi, dopo alcuni attimi di riflessione, senza sapere bene come ci fosse riuscito, prese una decisione …
-Vorrei aspettare Françoise … -
-Va bene! … allora … rimandiamo la notizia … così, magari … quando la riporteremo in reparto … potremo fare un eco anche in tua presenza … così lo vedrai anche tu! – la donna concluse la sua frase e, salutandoli con un cenno della mano, ritornò dalla ragazza …

 
Dieci giorni dopo …
-Come ti avevo spiegato, Joe … Fournier è un avvocato specializzato in diritto penale internazionale … è un caro amico … ci conosciamo dai tempi delle elementari … siamo cresciuti assieme … e non solo … è il migliore nel suo campo … io credo che sia la persona più adatta, per seguire il caso di Shin … -
Joe annuì debolmente, mentre sedeva sulla poltrona dell’ufficio del padre di Françoise …
-L’ho chiamato l’altro giorno … e gli ho spiegato tutto l’accaduto e lui, molto gentilmente, è volato da Nizza a qui … -
-Capisco … -
-Vorrei che parlassimo con lui … e sentissimo cosa ha in mente di fare … però, prima di farlo entrare … vorrei sapere cosa ne pensi … -
-Beh … ecco … io … non so … sinceramente, è una cosa in cui sono troppo coinvolto …  faccio fatica a giudicare lucidamente … e, soprattutto, non avendo idea di come agire … non posso fare altro che appoggiare la tua scelta … -
-Joe … io ho riflettuto molto, in merito … e penso che … sia la cosa migliore … anche perché … l’altra alternativa … non la voglio neanche prendere in considerazione … -  prese fiato … -Ringrazio Dio … perché ti sei fermato … e non ti sei fatto giustizia da solo, in preda alla rabbia di quel giorno … - l’uomo abbassò leggermente la voce, pronunciando quelle ultime parole …
-Non ne vado fiero … ero fuori di me .. non ho mai ucciso nessuno a sangue freddo … e ho sempre evitato di farlo … quando potevo … ma quel giorno … io … -
-Joe … lascia stare … sarei un ipocrita se non ammettessi che … anche io … lo avrei voluto uccidere con le mie stesse mani … ma questo, credo che … valeva per tutti … Jean e Anne compresi … siamo esseri umani … reagiamo d’istinto … veniamo trasportati dalle emozioni, ma … alla fine, nella maggior parte dei casi, il buon senso ci risveglia … e quei pensieri, vengono accantonati … continua ad esserci molto rabbia, ma torniamo in noi e … -
-Ci è mancato veramente poco … che lo facessi … - disse sovrappensiero … quasi, seguisse ancora il suo filo del discorso … e non avesse neanche sentito quello dell’uomo …
-Ma non l’hai fatto. Ed è questo la cosa più importante . Non te lo dimenticare, mai … -
Joe, come se avesse ripreso coscienza di sé, a quelle parole, annuì mestamente … - Faccio entrare il mio amico … così, parliamo con lui della causa … - dal citofono del telefono, chiese alla segretaria di far entrare l’avvocato … e, pochi attimi dopo, l’uomo fece il suo ingresso …
-Buongiorno Arnoul … e buongiorno anche a lei, signor Shimamura … - diede la mano ad entrambi e poi si mise a sedere, tirando fuori alcune cartelline …
-Ho portato con me … i fascicoli con tutte le indagini sul signor Park … sia relative all’incidente del signor Shimamura con la BD, che mi sono fatto mandare dalla polizia di Seoul … sia sul rapimento di tua figlia … mi sono fatto anche mandare il resoconto sul profilo psicologico, stilato da un nostro psichiatra, al momento dell’incarcerazione … -
-E … Fournier … cosa ne pensi? … -
-Beh … posso solo dirti che, una qualsiasi controparte … non ha alcun modo di opporsi alla nostra accusa … è schiacciante … dal profilo psicologico, è risultato che il signor Park è perfettamente in grado di intendere e volere … e non solo, è perfettamente cosciente di ciò che ha fatto, ha ammesso tutta la sua colpa, fornendo tutti dettagli e le delucidazioni richieste, perciò … basta solo decidere dove volerlo processare … -
-In che senso? …  - rimasero entrambi stupiti, da quella affermazione … non ne capivano il senso …
-Possiamo decidere di far partire il processo qui, ma anche nel suo Paese … -
-Ma, così, non credi che sia controproducente? … voglio dire … Shin … è comunque un Park … e nel suo paese rischia di essere … in qualche modo facilitato … -
-No, anzi … abbiamo ottime probabilità di vincere, per non dire … la sicurezza totale … e non solo … se vogliamo considerare che … le loro leggi, sono molto più dure delle nostre … -
Joe sgranò gli occhi, allibito … a quel punto, capì chiaramente, dove volesse andare a parare l’uomo … - Mi faccia capire … lei ci consiglia di processarlo lì, solo per avere una pena maggiore? … -
-Sì … da avvocato … vi consiglierei questo … - rispose molto freddamente …
-Fournier … siamo arrabbiati, ma … non stiamo cercando vendetta … vogliamo solo giustizia … Françoise e Joe … non sono i tipi che … -
-Arnoul … io ti sto parlando come avvocato … non come amico … hai chiesto un mio parere … e io, da professionista … ti ho risposto … - concluse semplicemente, lasciando Joe e il suocero senza parole …
Dopo alcuni attimi di turbamento … Joe si riprese …
-Dato che dobbiamo scegliere io e Françoise … e, siccome, sono sicuro che lei sia d’accordo con la mia scelta … preferisco che … sia processato … qui … -
L’avvocato lo guardò … e annuì … - Va bene … farò partire le pratiche immediatamente … e chiederò un processo con rito abbreviato … visto che il signor Park ha ammesso le sue colpe … sarà molto più semplice, però … vorrei consigliarvi di … chiedere di scontare la sua pena in Corea del Sud … e non qui. E questo solo per tutelarvi … -
-Se pensi che … sia la cosa migliore per loro … -
-Sì, Arnoul … questo, sì. -
-Va bene … allora … - rispose fievolmente Joe … - Scusate, ma … ora vorrei andare … oggi dimettono Françoise e … voglio andarla a prendere io … - si alzò in piedi e diede la mano a Fournier … - Grazie, per il suo intervento così rapido ed efficiente … Ci terremo in contatto … suppongo … -
-Sì. Sia lei che Françoise dovrete venire a deporre … e avrò anche bisogno di parlare con voi, per alcuni chiarimenti in merito … Cercherò anche, di evitare l’incontro … se possibile, tra voi e Shin, ma … non è detto … quindi … vi dovrò preparare anche a quello … -
-Capisco … -
-Bene … allora, è stato un piacere conoscerla Signor Shimamura … mi farò dare da Arnoul i suoi contatti … e appena possibile, le fornirò le prime notizie.-
-Va bene … a presto … - si voltò verso il padre della ragazza … - Tu … ci raggiungi dopo? … -
-Sì, Joe … finisco alcune cose qui … con lui e … poi vi raggiungo … Vi chiamo, così mi dite dove siete … va bene? … -
-Va bene … allora a dopo … ancora arrivederci signor Fournier … -

 

Mentre guidava verso l’ospedale, Joe si sentiva strano … la discussione con quel avvocato, l’aveva turbato … questo perché … poteva capire la sua rabbia e quella degli altri, nei confronti di Shin, ma … l’accanimento di quel uomo … non la capiva … aveva sempre sentito dire che, gli avvocati hanno caratteri molti forti e sono spietati nel loro lavoro … quasi avvoltoi, ma … la cosa lo aveva in qualche modo sconvolto …
Giunse all’ospedale, ma si fermò un attimo a riflettere, prima di scendere dall’auto …
In passato, si era sempre fatto molti scrupoli … ogni volta che era andato in missione, lo aveva fatto con sofferenza … uccidere delle persone, solo perché si erano messe dalla parte sbagliata … era una cosa che non riusciva a mandare giù … e che non sarebbe mai riuscito a fare, senza pensare alle conseguenze … ma, purtroppo … quello era il suo dovere di cyborg … doveva difendere l’umanità … doveva proteggere il bene, ma … quanto poi, era giusto farlo così, era un vero quesito … il filo che separava bene e male … secondo il suo punto di vista, era stato molto sottile in alcune situazioni … e facilmente, più volte, aveva pensato di essere passato dalla parte opposta … professando la causa della giustizia … ma … quel uomo … Fournier … si era mai fatto un problema simile? … si era mai fermato a pensarlo? … o faceva semplicemente il suo lavoro? … indipendentemente da tutto ?… Il padre di Françoise, glielo aveva presentato come un caro amico, ma … lo stesso suocero era rimasto sconvolto, sentendolo parlare … quindi? … cosa doveva pensare? … che semplicemente, era senza sentimenti? … o che stava solo facendo il suo lavoro? … e forse … neanche tra i più belli? …
Scosse la testa … e guardò l’orologio … era tardi … doveva correre da lei … e mettere da parte quei pensieri …


Shin continuava, in qualche modo, ad incrinare la serenità della sua vita e questo, lo disturbava profondamente, ma … Françoise e il bambino dovevano essere il suo unico pensiero … quindi , si fece forza e, mettendo da parte le sue preoccupazioni, andò da lei …

 

Ad aspettarlo, vi erano anche Jean, Anne e i suoi due amici …
-Finalmente! … pensavamo che te la fossi data a gambe! –
- A gambe? … - chiese contraddetto, guardando Jet …
-Sì … sai … abbiamo pensato tutti … che te la fossi fatta sotto … perché la dottoressa vi deve rivelare il sesso del bambino e hai paura di sapere se … come dice tuo cognato … hai fatto il tuo dovere!–
-Ah … per questo … - disse ridendo …
-Su, muoviti!Che, appunto, tuo cognato vuole sapere!Entra nella stanza dell’eco e sbrigatevi!- incitò Jean, prendendolo per un braccio e spingendolo verso la porta, con molta agitazione …
Joe bussò e appena si sentì dare il permesso , entrò …
-Buongiorno … -
-Buongiorno, futuro papà! … stavamo aspettando solo te! – disse Isabelle, accogliendolo con un gran sorriso, mentre accendeva l’apparecchiatura …
Françoise era distesa sul lettino, un po’ pensierosa, con la pancia scoperta … ma appena lo vide entrare, i suoi occhi si illuminarono, felici di vederlo …
Joe si avvicinò, le prese la mano e si piegò a darle un piccolo bacio sulla fronte..
-Come ti senti? … -
-Bene … ma non vedo l’ora! … non sei curioso di sapere? … - gli chiese concitata …
-Sì … - rispose fievolmente, stringendole la mano … non era in grado di dirglielo, ma … non gli importava il sesso del bambino … quello era indifferente … l’unica cosa che gli interessava, era sapere che entrambi stessero bene e che fossero sani e salvi … dopo tutto quello che era successo …
-Bene … siete pronti? … - annuirono insieme … - Allora .. intanto vediamo il piccolo e poi … alla fine, mi dite se lo volete sapere … -
La donna iniziò a passare la penna dell’eco sulla pancia di Françoise e attimi dopo, sullo schermo, iniziarono a vedere una piccola macchia muoversi … Isabelle alzò il suono dell’apparecchio e così, udirono il suo cuoricino battere … la ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime e Joe era … stravolto … Pensò però, in una frazione di secondo, che era una cosa così incredibile, il miracolo della vita … pensare che qualcosa di così piccolo e loro, potesse crescere nella pancia di Françoise e avere due manine … due piedini … due occhi … un nasino … una bocca piccola, piccola … e un cuoricino che batte così forte, lo lasciò senza fiato …
-Bene … il piccolo mi sembra molto agitato … probabilmente, si rende conto che mamma e papà lo stanno guardando … ed è felice !… -
Una lacrima scese dagli occhi di Joe … lungo la guancia … fino a finire, inconsapevolmente, sulla mano di Françoise, che se ne accorse e si girò a guardarlo dolcemente …
-E’ giunto il momento della verità … volete sapere? … -
-Sì … - risposero all’unisono …
-Bene … allora salutate … la vostra primogenita … -
-E’ una bambina? … - chiese, timidamente Joe …
-Sì … e vi assicuro che è molto forte!-
-Allora, ha preso dal papà! – disse ridendo Françoise!
Joe la guardò, divertito … -Che vuoi dire? … -
-Uhm … che ha la tua tempra … e non quella fragile, mia! –
-Non è vero … la mamma è fortissima … più del papà … - la guardò nel profondo degli occhi , sapendo che ciò che aveva detto era vero … altrimenti, non sarebbe stato lì, a tenerle la mano, in quel momento così meraviglioso : Françoise aveva, da sempre, dimostrato una forza di carattere invidiabile , che nessuno aveva mai avuto, neanche lui … e in quella brutta situazione, lo aveva dimostrato più che mai! … 
-Bene … ora che sapete … non dovete fare altro che decidere un nome per la piccola! … e speriamo che … non sia golosa come la mamma! –
-Ma Isabelle! … - mugolò contraddetta …
-Tesoro … lo sai … te l’ho già detto!Devi stare attenta agli zuccheri!-
-Ah, sì?! – Joe rimase stupito, sentendo quella affermazione … - Non ne sapevo nulla … -
-Immaginavo! Visto che ho saputo che la tua dolce metà … in tutti questi giorni di ricovero, non ha fatto altro che chiederti di portarle dolci vari!-
Françoise arrossì … -Ma ne avevo voglia … - mugolò timidamente …
-Averne voglia è una cosa … mangiarne eccessivamente, è un’altra … -
Joe la guardò con rimprovero … -Perché non me lo hai detto? … -
-Ehm … perché, non c’è stato il tempo e … -
-Perché la tua dolce metà è una golosa!- concluse ridendo Isabelle!                     - Comunque … te l’ho già detto la settimana scorsa … devi diminuire la quantità di dolci!E poi, camminare! Non esagerando … ovviamente!Quindi … ora che Joe è tornato e ti può tenere sotto controllo, mi sento più tranquilla!-
-Quindi … devo toglierle tutti i dolci?! – gli chiese stupito … sotto lo sguardo contraddetto e triste della ragazza!
-Diciamo quasi tutti … qualche sgarro glielo puoi permettere, ma … dopo falle fare una bella camminata!E, soprattutto … non ti far commuovere dai suoi occhioni dolci! –
-Ho capito … - sorrise alla dottoressa …
-Bene … potete andare! … ci vediamo la prossima settimana, per una visitina di routine … giusto per sicurezza!Poi si torna ai soliti controlli!-
I due salutarono la donna e poi uscirono … andando in contro ad una folla curiosa …
-Allora? … Maschio o femmina? … -
-Forza diteci! … sentiamo se Joe, ha fatto il suo dovere! – rise Jean, mentre il ragazzo lo guardava di sbieco …
-Jean … se ci pensi bene … incinta è incinta!quindi … solo da quello  … !!!! – scherzò Jet …
-La smettete voi due?! … - disse imbarazzato, abbassando gli occhi di fronte ad Anne che invece rideva …
-Su … su … lasciateli un attimo rendersene conto … e non assillateli!Ce lo diranno quando se la sentono! –
-Uhm … ma noi volevamo sapere!Noi zii … vogliamo sapere se lo porteremo a giocare con la palla … oppure, dovremo stare alla porta a mandare via i pretendenti!E’ una cosa importante! – ribadì contrariato Jean!
-Aspettiamo che arrivi papà … e poi ve lo diremo … che ne dici , Joe? … -
-Sì … mi sembra una buona idea! –
-Allora … intanto, cominciamo ad uscire da qui … che a me, gli ospedali … non sono mai piaciuti molto! … magari possiamo andare al Caffè qui davanti … così, ci prendiamo qualcosa da bere, per festeggiare le dimissioni della mia adorata sorellina! Che ne dite? … -
-Direi che è un’ottima idea! E mentre ci avviamo, chiamo vostro padre, per sapere dove si è cacciato … -

 

Tempo dopo, erano tutti riuniti nel locale e stavano decidendo cosa prendere, mentre erano in attesa del signor Arnoul …
-Io vorrei … vorrei … -
-Solo un tè verde … -
-Uhm? … -
-Hai sentito Isabelle! … niente dolci! –
-Ma una brioche alla marmellata di albicocca? … -
-No!E’ stata categorica! –
-Non è vero!Ha solo detto che devo stare attenta!E qualche sgarro, lo posso fare!-
-Ma considerato, tutti quelli che hai fatto, negli ultimi giorni, senza che io sapessi nulla … non mi sembra il caso! –
-Uffa!Uno solo!Per festeggiare che sono uscita da quella brutta stanza!-
-No! E’ inutile che insisti! –
Incrociò le braccia al petto e mise il broncio, mentre Joe scoppiò a ridere …
-Avresti dovuto dirmelo, cosa ti aveva ordinato Isabelle! E non fare finta di nulla!- le si avvicinò e le diede un piccolo bacio sulla guancia … - Sei la solita testarda … -
-E tu … - ma non fece in tempo a dire altro, che le labbra di Joe si posarono sulle sue , zittendola completamente … fu un bacio dolce e lieve, ma pieno d’amore …
Joe aveva bisogno, necessità, di sentirla presente e reale, accanto a lui … in quei giorni … non aveva avuto il coraggio di baciarla … aveva avuto, come il timore, di farle del male … ma ora, che era lì, con lui … non era riuscito più a resistere e così, aveva cercato quel contatto, di cui aveva sentito la mancanza per tanti giorni … e di cui, aveva bisogno come aria per respirare …
Quando si staccò da lei … la vide perplessa …
-Che c’è? … perché mi guardi così? … -
-Ehm … perché … tu … sei contrario a queste esternazioni … in pubblico … quindi … mi hai lasciato … stupita … -
Era vero … o meglio … non era contrario, ma la sua cultura non vedeva di buon occhio cose simili … era cresciuto con questa concezione e anche se ora viveva ad occidente … non si era abituato … tuttavia, il suo bisogno di lei … era stato più forte dell’educazione che gli avevano inculcato fin da piccolo …
Sorrise e l’attirò a sé … sotto gli occhi stupiti anche degli altri … che sapevano, che Joe non era molto propenso a queste cose … Tuttavia, pensarono tutti che, probabilmente, la paura di quella brutta avventura, l’avesse, in qualche modo, ammorbidito su quel frangente …
-Eccomi!Scusate il ritardo! – il padre di Françoise entrò nel locale, salutando tutti e dando un bacio ad Anne e a sua figlia, in particolare … riscuotendoli, senza saperlo, dallo scombussolamento  generato, un attimo prima, dal ragazzo..
-Papà, benarrivato!Era l’ora!Stavamo tutti, aspettando te! –
-Come mai? … - chiese stupito …
-Joe e Françoise … hanno detto che ci avrebbero detto il sesso del bambino solo quando saresti arrivato tu!-
-Ahhhhhhhhhh! … ora capisco, perché tutta questa gioia di vedermi, all’improvviso! Bene … ora ci sono! – disse, accomodandosi accanto alla moglie e stringendola, dolcemente a sé …
I due ragazzi si guardarono … -Siamo felici di annunciarvi … l’arrivo di Akiko … che in giapponese … significa … bambina della luminosità ... -
-E’una femmina!L’avevo detto io! – esordì, felice Anne!
-Ma mamma!Joe non ha fatto il suo dovere!Doveva essere maschio!Dovevamo portarlo con noi a giro! A fare le scorrerie!!!! –
-Invece, no! Vi toccherà stare alla porta, a mandare via i pretendenti e a vegliare su di lei!- disse scoppiando a ridere!
-Che meraviglia … avremo una piccoletta dolcissima, da coccolare e viziare! Non vedo l’ora! – rise il marito della donna, mentre gli altri si congratulavano con i due..  -Beh .. ora direi che possiamo anche festeggiare !… che ne dite? … ordiniamo un po’ di salati e dolci e facciamo un piccolo spuntino! – si alzò in piedi e chiese a Joe di accompagnarlo ad ordinare …
Mentre erano al banco, gli mise una mano sulla spalla e si congratulò con lui per la lieta notizia … -Sono molto felice per voi … ragazzo mio … mia figlia, non poteva scegliere uomo migliore di te! … -
-Grazie, ma … credo che tu sia troppo buono con me … -
-No … assolutamente … anzi, ti voglio dire … il motivo per cui ho fatto tanto tardi … - inspirò … - … sono rimasto a parlare con Fournier … per due motivi … il primo, perché volevo altre delucidazioni in merito a come voleva agire … e il secondo … per chiedergli come mai … avesse fatto una tale proposta … mi riferisco a trasferire il processo, per avere una condanna maggiore … e mi ha stupito la sua risposta … - si fermò un attimo a raccogliere le idee, mentre Joe lo ascoltava attentamente … -Mi ha detto che … quello, purtroppo, è il suo lavoro … e che era giusto che ci dicesse tutte le possibilità … ma stava a noi, decidere cosa fare … indipendentemente, che lui fosse d’accordo o meno … nel suo ambiente, deve mettere a conoscenza i propri clienti di quello che si ottiene, usando certe vie … e rispetta qualsiasi scelta essi possano prendere … è la sua etica, in fondo … ma questo, non vuol dire che apprezzi la linea dura o che si diverta a infierire … e infatti, è stato molto sollevato di sapere che … hai preferito la linea più umana … -


-Capisco … in un certo senso … questo solleva anche me di morale … mi aveva dato l’impressione di una persona senza scrupoli … e onestamente … non volevo altro spargimento di sangue … indipendentemente da chi fosse il colpevole … -

 

-Joe … come sta Françoise? … -
-Meglio … rispetto a tre giorni fa, quando l’hanno riportata in reparto, è molto più vispa e di buon umore … -
-Bene … allora è sulla via di guarigione … -
-Sembrerebbe di sì, Jet … Isabelle dice che ha ancora bisogno di riposare e di non agitarsi … per nessun motivo … -
-Ti ha chiesto di … -
-Sì , ma non sono entrato nei dettagli … sa solo che è stato portato in prigione e che non uscirà da lì … almeno, non così presto … -
-Hai fatto bene … è meglio che non si inquieti … - l’amico lasciò cadere il discorso, ma Joe percepì che ci doveva essere altro …
-Jet … tutto bene? … volevi dirmi qualcosa? … -
-Beh … ecco … io … -   distolse lo sguardo da lui e infilò le mani in tasca …      - Ecco … io ti volevo chiedere scusa … -
-Per cosa? … -
-Per quello che è successo … io … mi sento responsabile … per tutto … ad iniziare da quello che è avvenuto a Seoul … - prese fiato, mentre Joe lo ascoltava silenzioso … - … non sono riuscito ad evitare il tuo incidente e … non l’ho neanche fermato quando è fuggito … invece, se lo avessi inseguito e consegnato nelle mani della polizia allora … tutto quello che è successo a Françoise … non sarebbe mai accaduto … -
-Jet … -
-Mi dispiace Joe … lo so che le mie scuse non servono a nulla … dopo quello che Shin ha fatto, ma … -
-Jet … calmati … io … non credo che tu abbia sbagliato … devo essere sincero … forse, sono stato anche io uno sprovveduto, ma … non pensavo che lui cercasse ancora vendetta … probabilmente, sono stato il solito illuso, che crede che la gente si possa redimere dai suoi errori, ma io pensavo veramente che Shin avesse iniziato un’altra vita … con il peso di quello che aveva fatto sul cuore, ma che … avesse voltato pagina, invece … -
-Shin … era e sempre sarà … un folle … ma nessuno aveva capito fino a che punto potesse arrivare la sua follia … -
Joe si avvicinò a Jet e gli mise una mano sulla spalla …
-Non ci pensare più … stai tranquillo … ormai il peggio è passato … -
-Lo so, ma … non riesco a darmi pace … e anche questa volta, non ho fatto quello che dovevo fare … -
-Non è vero … mi sei stato vicino e mi hai aiutato … ed è sempre stato così, anche in passato … -
-Ma … Joe … non ho fatto niente … mi sono lasciato trasportare dalle emozioni quando invece … dovevo essere lucido e … avrei dovuto entrare io nella stanza e occuparmi di Shin , invece … -
-Jet … nessuno di noi era lucido … lo sai bene … e non credo che nessuno, al posto nostro, lo sarebbe stato e poi … è meglio che sia andata così … non avrei mai voluto che ti macchiassi le mani con lui … -
-Joe … -
-Ai tempi dell’incidente della BD … non ho cercato vendetta … e neanche ora la voglio … Quando non ero in me … sono stato accecato dalla paura e ho perso di vista , per un momento, ciò che era giusto fare … ovvero … trovare Shin e consegnarlo nelle mani della polizia … no … spargere il suo sangue … Quindi, stai tranquillo … non voglio che tu faccia questi tipi di pensieri … per nessuna ragione al mondo … è tutto a posto e io … devo solo ringraziarti per essermi sempre stato vicino … sei e sempre sarai, come un fratello per me …  -

 

Il padre di Françoise alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò dritto negli occhi ..
-No … non lo è … altrimenti non sarebbe mio amico … e non l’avrei neanche chiamato … -
-Hai ragione … scusami , se non ho avuto fiducia … è solo che mi ha colpito il tono che ha usato e … -
-Lo so … aveva dato fastidio anche a me … per questo gli ho chiesto spiegazioni … avevo immaginato che ci fosse qualcosa, dietro a quel suo comportamento  … -
-Sono contento di essermi sbagliato su di lui … ora mi sento più tranquillo … per quanto si possa essere tranquilli in una situazione simile … con un processo simile … nei confronti di una persona che non vorrei più vedere … -
-Lo so … ma vedrai che Fournier … cercherà di evitarvi il confronto … e penso che ci riuscirà … considerando lo stato di Françoise … probabilmente, si appellerà ad un rischio nella gravidanza … troppo stress e troppa pressione per affrontarlo nelle sue condizioni … comunque, ora non pensiamoci e … festeggiamo la piccola Akiko!A proposito … come mai avevate scelto già il nome? … -
Joe sorrise … -Qualche tempo fa … Françoise ha fatto un sogno … in cui, mi ha raccontato di aver parlato con una donna … molto dolce … dai lineamenti orientali … che … le ha detto di essere mia madre … e le ha detto di chiamarsi Akiko … Françoise è rimasta molto colpita … ma soprattutto, mi ha detto che, per tutta la durata della notte e anche al suo risveglio, aveva sentito una buona e dolce sensazione … un alone positivo che la circondava e la cullava … è stata solo una percezione, ma … era sicura che fosse una cosa bella … quindi, ha espresso il desiderio di chiamare Akiko la bambina, se … fosse stata femmina …  e così .. –
-L’avete chiamata Akiko … giusto !… -
-Françoise ha un sesto senso molto accentuato e … una sensibilità superiore, quindi … ho accettato la sua richiesta … -
-Hai fatto bene … credo anche io, che … quel sogno potesse essere qualcosa di buono … Françoise ha avuto sempre questa capacità … fin da piccola … riusciva a vedere oltre le apparenze … e a scoprire cose che nessuno riusciva a vedere … -
-Un po’ … come ha fatto con me …  è riuscita a vedere oltre … -
-E infatti … aveva ragione.- concluse il suocero, sorridendogli …
Minuti dopo , tornarono al tavolo, con un paio di vassoi di salati e dolci …
-Per quanto riguarda le bevande … ho ordinato del tè verde per tutti … e ce lo porteranno loro, al tavolo! –
Joe si mise a sedere vicino a Françoise …
-Che vi siete detti … tu e papà? … -
-Niente di particolare … gli ho solo spiegato il motivo della nostra scelta … su Akiko … -
-Capisco … che ti ha detto? … -
-Che … anche lui, pensa che abbiamo fatto bene a dare retta alla tua sensazione..-
-Ne sono felice! –
-Scusate un attimo … - Albert, inaspettatamente, interruppe i pensieri di tutti     - … ma ho un regalo per la piccola Akiko … - disse, prendendo dalla tasca un sacchettino di tulle rosa … - … e vorrei darvelo ora … - porse il piccolo dono ai due amici …
Françoise allungò la mano e lo prese … era stupita … -Grazie Albert … ma … non dovevi disturbarti … -
-No … figurati … è solo un piccolo pensiero … che riguarda una … tradizione delle mie parti … ma che ho trovato sempre molto curiosa e  … dolce … per questo … ho pensato di portarvelo in dono … -
-Di cosa si tratta? … -
-Aprilo … e poi ti spiegherò … -
La ragazza aprì la bustina e tirò fuori un involucro di velina rosa acceso, dal contenuto abbastanza pesante … lo scartò e vi trovò una piccola sfera d’argento, legata ad una catenina molto lunga … la tirò su e si accorse che, dall’interno, proveniva un dolce suono …
-Ma è … un chiama angeli … -
-Esatto … la tradizione dice che … la mamma deve indossarlo e portare la catenina molto lunga … in modo che la sfera sia all’altezza della pancia e il bambino, possa sentirlo … in questo modo … oltre a far diventare quel suono un simbolo di sicurezza, una sorta di nenia continua, per lui … si dice che così, chiami anche il suo angelo custode a vegliarlo … -
-Che bellissima tradizione … grazie … - gli occhi di Françoise brillarono e poi, si bagnarono di lacrime di gratitudine, per quel gesto così dolce e sentito …
-Grazie anche da parte mia … Albert … - aggiunse Joe, anche lui commosso e stupito, allo stesso tempo, dal suo pensiero così inatteso …
-Figuratevi … ho solo pensato che fosse una cosa molto buona per il piccolo … anzi, per la piccola … - disse sorridendo  e lasciando i suoi amici stupiti …
Da quando lo conoscevano … lo avevano sempre visto serio … mai che gli fosse sfuggito un sentimento di gioia palese, dipinto sul volto, ma a quanto pare … Akiko era riuscita a fare anche questo,oltre a dare una nuova vita piena di luce, a Joe, prima ancora di nascere !…
-Bene, ora che abbiamo finito con i momenti commoventi … direi che possiamo mangiare! – esordì Jet … per nascondere l’emozione che stava provando in quel momento … perché, a quanto pareva … anche lui … aveva subito l’influenza della piccola in arrivo !…
Così, tutti iniziarono a servirsi … Joe allungò una mano e prese dal vassoio un tramezzino con del prosciutto cotto e lo porse a Françoise … mentre per lui, prese una fetta di crostata alla ricotta e uvetta, con gocce di cioccolata …
Stava per infilare la forchetta nella torta, quando …
-Joe … -
-Uhm? … dimmi … che c’è? … -
-Mi è venuta voglia di litchi!Me li vai a prendere? … - la frase di Françoise attirò lo sguardo di tutti, distraendoli dalle loro pietanze …
-Ora? … - chiese stupito …
-Sì!Ora!Ne ho voglia!- chiese supplichevole …
-Ma … mangia intanto il tramezzino … poi, mentre torniamo a casa .. ci fermiamo a prenderli … non so dove, ma da qualche parte … -
-Ma io ne ho voglia ora!Lo, sai!Le voglie vanno soddisfatte!-
-Certo, ma … - si guardò attorno … Jet, Albert e Jean se la ridevano alla faccia sua … mente Anne lo guardava con aria di rimprovero … dalla serie : cosa ci fai ancora a sedere? … vai a prenderli! … e di corsa!
-Va bene … - così, si alzò in piedi … sospirando, rassegnato …
-Joe … ricordati … è l’uva del deserto … mi sa che fai prima ad andare a prenderli da dove provengono, che a cercarli qui, a Parigi! … - gli disse, prendendolo in giro Jet …
-Sì … lo so … - rispose demoralizzato , mentre si avviava verso la porta … chiedendosi dove li avrebbe potuti trovare … -Va bene … vado … ci si vede più tardi … - salutò tutti, mentre il padre di Françoise gli fece cenno di fermarsi e di girarsi …
Rimase un attimo interdetto alla sua richiesta, ma poi lo fece e vide la sua adorata metà, allungare la mano e prendere il suo piatto, con la crostata, e portarsela davanti … il ragazzo spalancò gli occhi, mentre tutti i presenti si misero a ridere sotto i baffi …
-Françoise! – la chiamò con rimprovero, facendola sobbalzare! – Che stai facendo?! –
-Io? … nulla … - disse scuotendo la testa, con la faccia di chi era stato preso con le mani nel sacco …
Anne e il marito scoppiarono a ridere … - Tesoro … ma non hai capito? … la scusa dei litchi … era solo perché mia figlia … voleva la tua fetta di torta! –
Joe guardò nuovamente Françoise … -Ah, sì? … -
-Ehm … -
-E io che mi stavo facendo abbindolare … brava! – la rimproverò nuovamente ..
Rimase zitta, mentre lui le si avvicinava e le toglieva il piattino di mano …
-Mi vuoi far arrabbiare? … - le chiese, con un sorrisino sulle labbra …
-No … - disse a bassa voce, vergognandosi di essere stata scoperta …
Si rimise a sedere accanto a lei … e la guardò negli occhi … -Allora? Cosa hai da dire in tua discolpa, signorina? … -
Françoise rimase un attimo in silenzio … sotto gli occhi divertiti di tutti, che stavano assistendo a quella buffa scenetta …
-Che … Akiko … ha chiesto un pezzettino della torta del papà!-
Joe sgranò gli occhi e poi, scoppiò a ridere … - Certo che … sei proprio negata  a dire le bugie! … Però … se Akiko ha chiesto … un pezzettino … della mia torta , allora … - prese un pezzetto della torta con la forchettina  e la imboccò … lo doveva ammettere: si era fatto corrompere! … ma non aveva resistito a quella dolce e buffa scusa …
Françoise lo guardò divertita, mentre assaporava, estasiata, la torta … almeno, fino a quando, non fece un piccolo sobbalzo, spalancando gli occhi e portandosi una mano alla pancia …
-Che succede? … - le chiese subito, allarmato Joe …
-Si è mossa .. Akiko … si è mossa … - disse, lasciando tutti sorpresi …
-Cosa? … -
-Sì … ha dato dei calci … o credo … qualcosa di simile … prova a sentire tu stesso … - gli prese la mano e se la portò al ventre …
Joe rimase come imbambolato … era un’emozione troppo grande per lui, tanto che iniziò a tremare e si sentì pervadere dalla paura  …  ma fu solo un attimo, perché appena sentì il calore della sua pancia e un piccolo colpo, provenire dal suo interno, si sciolse …
La sua piccola Akiko … si era fatta sentire … e forse, veramente , era stata lei a volere quel piccolo pezzettino di torta … del suo papà!

Song of the Cradle
A canary sings,
The song of the cradle,
Sleep well, sleep well,
Sleep well my baby

Above the cradle,
Loquat fruit sways,
Sleep well, sleep well,
Sleep well my baby

A squirrel is swinging,
On the rope of the cradle,
Sleep well, sleep well,
Sleep well my baby

The yellow moon reaches to,
The dreaming baby in the cradle,
Sleep well, sleep well,
Sleep well my baby.

Yurikago No Uta,
tradizionale ninnananna giapponese

 

A nuovi sogni ed emozioni
nelle nostre vite …

 

© 16/06/ 2013

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